VIDEO | Il volto noto della televisione calabrese è protagonista degli studi televisivi del network, grazie al quiz Pronto e vinci con noi. Ecco l'intervista dove si racconta a 360 gradi
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Per essere brillante, per avere la perfetta padronanza dei tempi televisivi senza mai cadere nella noia o nell’eccesso, per essere sul pezzo con la giusta misura, non basta l’esperienza, il semplice curriculum. Per poter fare, e poter fare bene, bisogna avere talento e stile. Doti che non mancano a Domenico Milani.
Il gentleman della tv
Il volto noto della televisione calabrese unisce l’effervescenza delle origini latine alla misura acquisita grazie ad una carriera professionale che lo ha portato a operare in tutta Italia. In questo dualismo, mediato da solide buone maniere, si esprime al meglio l’essenza della sua conduzione. Oggi, è protagonista degli studi televisivi di LaC, grazie al quiz Pronto e vinci con noi. Ma la sua storia, parte da lontano…
Gli esordi in radio
«Ho iniziato a fare radio a 17 anni al massimo, nella mia città: a Soverato. Ricordo un ambiente magico. I tempi erano diversi. Dobbiamo distinguere tra quello che ha rappresentato l’analogico, e l'era del digitale. Ai tempi, per vedere il video di un artista dovevi aspettare il Festivalbar. C’era un'attesa spasmodica… i pochi programmi che si occupano di musica erano importantissimi. Oggi abbiamo tutto, possiamo fruire h 24 di tutto e del contrario di tutto. Il web è immediato, il fascino dell'attesa, l'unicità dell'evento, l'importanza del momento che se lo perdevi era irrimediabile, è scomparso del tutto. Così, la telvisione. Frantumata».
La rivoluzione
«Una volta, per arrivare alla tv nazionale, dovevi essere proprio bravo. Aver fatto cose importanti. Superare la soglia delle TV locali era difficilissimo. Oggi, trasmissioni come il Grande Fratello, Uomini e donne, format pieni di gente priva di qualsiasi tipo di professionalità, hanno disintegrato la tv, minimizzato il valore del mezzo, sacrificato il rispetto per lo spettatore. Se un tempo, per fare il conduttore, dovevi essere preparato, ed il successo era consolidato, oggi tutto rimane alla superficie. Persino la notorietà, che si riduce alla mera visibilità, ed è effimera».
La Calabria? Da valorizzare
«Anche nella nostra regione si soffrono le conseguenze di questa rivoluzione nel mondo dello spettacolo. Siamo sudditi di gente che arriva dal Grande Fratello, che con due battute dette anche male diventa una star. E se siamo l'ultima regione d'Europa, dalla politica all'ambiente, un motivo ci sarà. Dobbiamo lavorare molto, lavorare su noi stessi, recuperare questo gap culturale. Dobbiamo acquisire consapevolezza, capire dove vogliamo andare, avere più fiducia nelle potenzialità, ed essere capaci di trasformarle in risorse. In altre parole: credere più in noi stessi».
La tv, per caso
«L’approdo alla tv? Del tutto casuale…Un amico, uno speaker della stessa radio dove lavoravo, mi propose un programma tutto mio. All’inizio ero reticente, non mi ci vedevo. Poi, alla fine, accettai. Io venivo dal mondo delle discoteche, dai locali notturni. E conseguenza logica fu proprio un format che trattava di quel mondo… La trasmissione permise al sottoscritto di accordare quegli strumenti, quell’esperienza che oggi mi rendono il conduttore che sono».
Una bella carriera
A quella trasmissione ne seguirono altre: Da “Procediamo”, alla prima diretta, nel 2001, a Telespazio, dallo Humour Family Show all’esperienza su Italia 1 - tre edizioni come inviato di di Candid Camera. Infine, nel 2012 il master Rai-Lab-La Sapienza, che lo vede, tra 26 mila candidati, scelto quale uno dei 10 migliori conduttori d’Italia (in giuria Pippo Baudo e Maurizio Costanzo). Alla fine, l’approdo a LaC. «C’era stato un primo approccio con Maduli – dichiara – ed era nato subito un bel rapporto. Con l’arrivo del direttore di rete Francesco Occhiuzzi, la trattativa è andata in porto. E a Marzo 2019, abbiamo dato il via alla messa in onda di “Pronto e vinci con noi”, game show che incornicia il tg, e che ha avuto anche una bella parentesi estiva on the road».
Al servizio del pubblico
«Oggi, mi posso definire un telespettatore che sta dall'altra parte della barricata. Una persona semplice. E soprattutto, un conduttore che ha il più alto rispetto del pubblico. Non sono mai stato, e non voglio essere offensivo verso chi ci segue da casa. Penso che i nostri spettatori vadano rispettati di più: e che non si possa esercitare il ruolo mettendo in difficoltà i destinatari della nostra trasmissione».
Un sogno nel cassetto
«Il programma che sognavo di condurre da bambino era Portobello. Ed anche oggi, sarebbe il massimo, riuscire a fare una trasmissione del genere. Guardo con interesse anche all’infotainment, il settore che un sento molto vicino e che un domani potrebbe essere oggetto di nuovi format. Sono convinto di avere i toni giusti, le corde, la sensibilità per poterlo trattare la materia nel migliore dei modi».