“Time is running out”, cantavano i Muse nel 2003. Il tempo sta correndo via, sarebbe la traduzione letterale. Il tempo sta scadendo, insomma. Ed è quello che sta succedendo anche per il referendum sulla fusione dei tre comuni dell’area bruzia. Neanche il tempo di avere l’ok del TAR, che fra meno di venti giorni si andrà al voto. Ma cosa ne pensano i cittadini? Inizia il viaggio di LaC fra le voci degli abitanti di Cosenza, Rende e Castrolibero. Partendo da millennials e Gen Z: città unica, i giovani che opinione hanno?

Sulla città unica i giovani propendono per il sì

Per quanto il voto sia vicino, alcuni ragazzi preferiscono approfondire pur avendo le idee piuttosto chiare. «È un passo troppo importante per la nostra città per votare alla leggera», ci dice qualcuno al microfono. Qualcun altro, invece, non ha dubbi: «Inutile discuterne più di tanto, è già così. Nei fatti, Cosenza, Rende e Castrolibero costituiscono già una città, si tratta solo di metterla su carta». E poi c'è chi pone l'accento su quanto la città unica sia una risorsa: «Si tratta di tre comuni che farebbero un'area urbana molto più grande, un fiore all'occhiello della provincia italiana. Per questo motivo sono favorevole». E c'è chi non ha paura di perdere l'identità: «Mi sentirò ancora cosentina anche all'interno della città unica»

Anche fra i millennial c'è chi dice no

Come nelle migliori tradizioni, però, sulla città unica fra i giovani c'è anche chi dice no. Un ragazzo rendese ci spiega le sue motivazioni: «Cosenza e Rende - spiega, tenendo fuori dall'equazione Castrolibero - sono due città completamente diverse da tutti i punti di vista, sul piano strutturale, sul piano urbano, sul piano della mentalità dei cittadini. Voterò convintamente no». Insomma, anche fra i giovani, che tendenzialmente sono i più propositivi, c'è chi convintamente annuncia un voto negativo al referendum del primo dicembre prossimo. Inutile girarci intorno: i prossimi venti giorni saranno piuttosto caldi in tutta l'area metropolitana.