La Centrale del Mercure è un impianto a biomasse vegetali situato nel territorio di Laino Borgo al confine tra Calabria e Basilicata, nel cuore del parco nazionale del Pollino. Una legge regionale, approvata durante l’ultimo Consiglio, su proposta di Ferdinando Laghi (DeMa), impone un depotenziamento da 35 a 10 megawatt termici. La società che gestisce l’impianto è insorta ricorrendo al Tar, ma anche i sindaci della zona hanno fatto partire una protesta, trovando sponda dai sindacati di settore. Dal tavolo, a cui hanno preso parte anche rappresentanti dei lavoratori e delle ditte, è partita la richiesta al governatore Occhiuto di intervenire: «Scelga tra la follia ambientalista di Laghi e il destino di 1500 famiglie». Oggi questo comitato ha convocato una conferenza stampa.

Nel corso della puntata della striscia d’informazione quotidiana di LaC Dentro la Notizia, Pier Paolo Cambareri ha dialogato con Antonio Mangano, segretario regionale della Federazione italiana dei lavoratori della chimica, del tessile, dell'energia e della manifattura (Filctem) Cgil.

«Sono dei provvedimenti che non ci piacciono perché, la norma proposta dal consigliere Laghi, di fatto determinerebbe la chiusura della Centrale del Mercure», ha affermato il sindacalista che poi ha continuato: «Nel prossimo Consiglio regionale – che si terrà il 21 gennaio -, si sarebbe dovuto discutere dell’abrogazione proprio della legge Laghi. La proposta è stata firmata da alcuni componenti della maggioranza e da tutti quelli di minoranza del Pd. Speravamo che l’ordine del giorno comprendesse ciò ma c’è stato un secco No».

Secondo Laghi i 10 megawatt termici basterebbero per garantire la gestione dell’impianto che potrebbe continuare a produrre, ma per Mangano non è così: «Non lo dico io, lo dicono i dati. I 10 megawatt termici bastano solo a garantire il funzionamento della centrale, non ci sarebbe un’immissione extra di energia in rete. Ricordo che l’energia prodotta dalle centrali di biomasse è annoverata nelle categoria delle rinnovabili, delle produzioni alternative come il vento, il sole e l’acqua».

Ma il discorso, secondo il consigliere Laghi, verte principalmente sull’impatto ambientale. Il rappresentante di Filctem Cgil afferma con forza: «Anche in questo caso i dati parlano. L’Osservatorio della Valle del Mercure e soprattutto Arpacal dicono che l’aria che si respira nella zona è tra le più salubri d’Italia, forse d’Europa».

Poi Mangano conclude affermando: «Non è un’Ilva calabrese, non si sta giocando con la salute delle persone».
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