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Continua a far discutere il tesseramento, ed il successivo esordio in A2 femminile, di Tiffany Pereira de Abreau, l’opposto brasiliano nato uomo, in forza alla Golem Palmi. Dopo le polemiche dei giorni scorsi e, in attesa delle decisioni di Lega e Federazione chiamate in ballo da diversi club in disaccordo sull’ingresso in campo di una giocatrice con particolari doti fisiche come Tiffany, la società reggina fa chiarezza e spiega, in un comunicato ufficiale, difende le proprie azioni.
Seguite le regole. Tifanny Pereira de Abreu è dal 16 febbraio 2017 una giocatrice della Golem Volley.La sua storia personale è ormai nota alle cronache e quindi non ci soffermeremo ulteriormente su questo aspetto. Quello che c’interessa è affermare la nostra posizione e chiarire in modo definitivo ogni aspetto di questa vicenda da un punto di vista squisitamente sportivo e normativo.Tifanny Pereira de Abreu è una donna. Lo dicono i documenti di riconoscimento, il certificato di nascita, ma soprattutto lo dice il suo profilo ormonale, che rientra ampiamente nei limiti indicati dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO), organismo che ha tutte le competenze scientifiche per esprimersi in merito, affinché un individuo debba considerarsi a tutti gli effetti di genere femminile; non si possono pertanto prendere in minima considerare i commenti stupidi e di chi parla (a sproposito) ignorando che non è sufficiente eliminare i genitali maschili per essere classificati come donna. Non è necessario essere endocrinologi per sapere che la diminuzione della concentrazione di testosterone e l’aumento di ormoni femminili comporta una importante riduzione della massa muscolare, della forza, e conseguentemente una sensibile diminuzione dell’elevazione (circa 40 cm in meno) e della potenza della schiacciata. Ricordiamo inoltre a tutti, che non ci siamo intrufolati in un buco normativo, ma le regole sono chiare e definite da tempo in modo inequivocabile. Questo è per rispondere anche a chi ritiene che ci debba essere un’ulteriore direttiva da parte delle federazioni nazionali e internazionali o del CONI (che ha fatto gareggiare le transgender alle ultime olimpiadi). La domanda è: Tifanny è una giocatrice fuori categoria? A nostro avviso sì, perché sarebbe più adatta ad un palcoscenico come la A1 dove militano colleghe con le sue stesse qualità fisiche e tecniche, ad esempio Paola Egonu, Samantha Fabris, Brayelin Martinez, Valentina Diouf, solo per citarne qualcuna che milita nel campionato italiano. La questione è: è giusto che una giocatrice di questo livello militi in A2? A nostro avviso sì. Asserire il contrario sarebbe come dire che avendo le possibilità economiche e logistiche per accaparrarsi le prestazioni di uno dei top player sopracitati, non sarebbe giusto farlo perché fuori categoria per la A2. Tifanny ha sicuramente una fisicità importante che però non può costituire la discriminante rispetto alla possibilità o meno di giocare nel nostro campionato. Per la legislazione vigente, ma ancor prima per lei, è una donna, e solo tra le donne può giocare. Quale sarebbe la soluzione? Negarle il diritto di giocare? Inventare una lega a parte per chi ha deciso di essere ciò che sente di essere? Creare dei ghetti appositi come qualcuno ha anche ipotizzato? Continuiamo a non imparare dalle pagine più buie della nostra storia!!! Abbiamo fatto tutto seguendo le regole dettate dagli organismi preposti a prendere tali decisioni; secondo le regole difenderemo la nostra atleta, il nostro operato, la nostra società. “Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato.”