Sono state finalmente rese note le motivazioni che hanno portato la Corte d’Appello a ribaltare la sentenza di primo grado che aveva a suo tempo assolto la Vigor Lamezia nell’ambito del processo Dirty Soccer.

 

Per i giudici dalle intercettazioni che riguardano la partita Vigor Lamezia – Paganese, svoltasi lo scorso 12 aprile, sarebbe emerso che sia il presidente che il direttore sportivo della squadra erano coinvolti ed abbiano in un primo tempo aderito alla proposta di alterare l’esito della gara, poi rinunciando per la presenza di terzi soggetti di cui non avrebbero avuto fiducia.

 

Per loro vale anche l’imputazione di non avere denunciato agli organi federali competenti quanto stava accadendo.
Per la partita del 19 aprile che vide i bianco verdi sfidarsi con il Barletta, per la corte d’appello le motivazioni sarebbero simili. Nella sentenza si legge testualmente che «le emergenze probatorie offerte dalla Procura Federale rivelerebbero inequivocabilmente non solo la conoscenza da parte dei due dirigenti lametini dell’attività illecita posta in essere dal Bellini con il mister del Barletta Corda, ma anche una loro fattiva e concreta disponibilità a consentire la realizzazione della combine».

 

Intanto i dirigenti della Vigor sono già in partenza per Roma per presentare ricorso al Coni.