Con la perdita di tre importanti protagonisti (compreso mister Buscè che va a Rimini) dopo appena dieci mesi naufraga il progetto della società rossoblù. E la delusione dei tifosi aumenta
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Dopo l'addio del dg Antonello Gagliardi, si dimette anche il direttore Francesco Ramondino. Due addii in meno di 24 ore e viene da chiedersi cosa sta succedendo in casa della Vibonese, dopo un terzo posto in Serie D, migliore risultato possibile, dal quale si doveva ripartire per tentare l’assalto alla Serie C (ma a questo punto viene da chiedersi: davvero si vuole il professionismo se si opera in tutt’altra maniera? ). Fatto sta che quel progetto sbandierato il 7 luglio del 2023, quando veniva presentato il nuovo tecnico Buscè (assieme al suo vice) termina dopo circa dieci mesi. E paradossalmente non fanno più parte della Vibonese quelle quattro figure che quel giorno erano a colloquio con la stampa. Già, perché mister Buscè è andato al Rimini portandosi dietro il vice Nuti. Ora salutano anche Gagliardi e Ramondino.
Le motivazioni sono intuibili, anche nel silenzio del diretto interessato. Prima di esplicitarle, qualche breve considerazione. In poco tempo Ramondino ha fatto vedere di essere bravo, competente, abile e serio (cosa che di questi tempi e in certi club, purtroppo, rappresenta invece un aspetto negativo). Fra l’altro è giovane e quindi ha voglia di emergere e proprio per questo opera con mille attenzioni. Inoltre è vibonese: ci tiene doppiamente al lavoro che fa. Anche perché lo fermano al bar o all’edicola, i tifosi, e gli chiedono conto. Sa di non poter sbagliare. Sa di avere una doppia responsabilità. E sulla base di questo, ha operato, sbagliando pochissimo, quasi nulla. Ad eccezione di (forse) un paio di calciatori che, per vari motivi, non hanno reso per quanto sperato, il resto della squadra ha fatto bene. E tutti i calciatori in organico sono cresciuti di valore. Hanno, insomma, mercato. Non è un aspetto di poco conto. I risultati hanno parlato per lui. Continua a leggere su Il Vibonese