Le due squadre, pronte a sfidarsi nel derby di Santo Stefano, hanno subito pressoché lo stesso numero di gol (20 CS contro 19 CZ), ma le individualità a disposizione del tecnico giallorosso offrono maggiori garanzie in termini di affidabilità ed esperienza
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La solidità è alla base del successo. Vale per una società che deve saper gestire i propri conti, così come per una squadra che deve essere ben organizzata e abile nel neutralizzare gli attacchi avversari.
Nel calcio, la capacità di difendere collettivamente è fondamentale, ma è chiaro che il reparto difensivo, tanto nella sua dimensione corale quanto in quella individuale, riveste un ruolo cruciale.
Lupi e aquile subiscono lo stesso numero di goal: il clean sheet è un lontano ricordo
Cosenza e Catanzaro si equivalgono (o quasi) in diverse voci statistiche inerenti all’atteggiamento difensivo. Partiamo da alcuni dati generali: in 18 partite sono 20 i goal subiti dai lupi e 19 dalle aquile.
Questo dato rispecchia incredibilmente la percentuale di parate dei due portieri titolari: Micai e Pigliacelli hanno compiuto una percentuale identica di parate a partita, di poco superiore al 70%. Due clean sheets in più per l’ex Palermo, superiore anche nel gioco coi piedi, sia corto che lungo.
Scendiamo ancor di più nel dettaglio. Il Cosenza subisce goal da sette partite (con dieci goal al passivo) e due dei quattro clean sheets sono arrivati nelle prime tre giornate: Cosenza-Cremonese 2-0 e Cosenza-Spezia 0-0. Dopo di ciò, i silani hanno mantenuto la porta inviolata nello 0-0 contro il Cittadella (decisivi, in quel caso, il Var e Micai) e nella vittoria di misura a Reggio Emilia del 29 ottobre, 11esima giornata.
Curioso il dato delle aquile, che invece subiscono sempre goal dalla 13esima giornata, ma con una particolarità. Nelle prime 12 giornate, il Catanzaro ha subito 9 goal totalizzando ben cinque 0-0. Una rete in meno rispetto alle restanti sei partite, che ha visto i giallorossi vittoriosi lo stesso numero di volte (due). Dopo tre pareggi pirotecnici – Reggiana (2-2), Mantova (2-2) e Sampdoria (3-3), il Catanzaro ha messo fine alla pareggite con il doppio 2-1 su Brescia e Palermo. A chiudere il cerchio lo sfortunato 0-1 contro lo Spezia, partita maledetta per Iemmello e compagni.
Segno, questo, di una squadra che, dopo le difficoltà iniziali – di cui, però, vanno evidenziate le sole tre sconfitte – si è ora sbloccata e gioca a viso aperto contro tutti gli avversari. Rischi che, sinora, hanno premiato Caserta – bravo a non crollare e a non farsi distrarre dalle voci che lo volevano esonerato già a settembre.
Brighenti e Scognamillo garantiscono leadership, Caporale e Dalle Mura i migliori per il Cosenza
Nel calcio si difende di squadra, dicevamo, ma contano anche i singoli. Si può dire che le individualità del Catanzaro – e vale un po’ per tutti i reparti – spiccano maggiormente rispetto a quelle del Cosenza.
Vengono qui presi in considerazione i componenti dei rispettivi terzetti difensivi con almeno sette presenze: Brighenti, Bonini, Scognamillo e Antonini per il Catanzaro; Caporale, Hristov, Venturi, Dalle Mura, Martino e Camporese per il Cosenza.
Meglio nel complesso i giallorossi sia per quanto concerne gli intercetti che per i contrasti vinti. Importanti, soprattutto, i numeri difensivi di Brighenti e Scognamillo: il vicecapitano giallorosso è il primo del campionato cadetto per quanto concerne gli intercetti per partita, l’unico a raggiungere la media dei due. Scognamillo, invece, ha vinto il 72% dei contrasti: una media altissima considerando le 15 partite disputate, tra le migliori del campionato.
Caserta ha fondato la difesa a tre giallorossa sulla loro esperienza e sulla freschezza di una delle note più liete dell’intera Serie B. Oltre ad avere degli ottimi numeri difensivi (da evidenziare il 71% di contrasti aerei vinti), Federico Bonini è un fattore anche in chiave offensiva.
Un goal e tre assist in 17 presenze per lui, ma ciò che spicca di più è la capacità di interpretare il ruolo del braccetto in chiave moderna. Tanta spinta e un accompagnamento continuo all’azione, anche con una certa qualità: è il primo, tra i braccetti, per assist (3) e grandi occasioni create (3). In quest’ultima voce è eguagliato da Cistana (Brescia) e Ciofi (Cesena).
Tra i difensori rossoblù, i più convincenti sono senza ombra di dubbio Caporale (l’unico a cui Alvini non rinuncia mai) e Dalle Mura. Quest’ultimo è nella top 15 degli intercetti e registra delle buonissime statistiche anche nei contrasti vinti (66%). Molto male Hristov e Venturi: il bulgaro, in particolare, ha vinto il 37% dei contrasti.
Caserta ha i suoi fedelissimi, Alvini coinvolge tutti ma serve un leader
Quali possono essere, allora, le conclusioni? I singoli a disposizione di Fabio Caserta sembrano più pronti rispetto a quelli di Alvini e questo è confermato da un dettaglio. Il tecnico di Melito Porto Salvo ha scelto i suoi titolari, Alvini cambia spesso al netto – come accennato – di Caporale. Nell’ultimo match contro la Carrarese è stato addirittura rispolverato Filippo Sgarbi sul centrodestra. Il caso Camporese non ha certamente facilitato il lavoro del tecnico rossoblù: l’ex Pordenone ha iniziato da titolare, poi si è infortunato ed è sparito dai radar. Con il calciomercato invernale alle porte, sono diverse le voci che lo vedono lontano da Cosenza nell’immediato futuro.
Serve, dunque, un leader difensivo che aiuti i compagni meno esperti o più in difficoltà a giocare con maggiore tranquillità. Sinora Alvini è stato miracoloso, riuscendo a limitare il più possibile i danni e a dare, comunque, una buona solidità ad una squadra che è tra le migliori retroguardie della parte destra della classifica. Basterà per regalare ai tifosi l’ennesima salvezza?