Tra il Catanzaro e Vivarini è ormai scontro. Come noto già da qualche settimana, l'allenatore non guiderà i giallorossi nella prossima stagione (salvo un clamoroso dietrofront), nonostante un contratto che lo lega alla società di Floriano Noto fino a giugno 2025. Ma tra il tecnico e la dirigenza del Catanzaro la frattura sembra essere insanabile, anzi, la vicenda assume sempre più i connotati di un conflitto aperto che potrebbe addirittura diventare cronaca giudiziaria.

La rottura

La situazione è giunta al culmine con una convocazione ufficiale, da parte della società giallorossa, di Vivarini (richiesto dal Frosinone) e del suo staff composto da Andrea Milani, Maurizio Zambardi, e Antonio Del Fosco. La richiesta era di presentarsi negli uffici del club entro il tardo pomeriggio di ieri, martedì 25 giugno, per completare alcuni adempimenti burocratici. Tuttavia, la convocazione è stata ignorata: Vivarini e il suo staff non si sono presentati, adducendo impegni vari come scuse, oltre al breve preavviso da parte della società. 

Un punto di non ritorno

Questo rifiuto di adempiere alla convocazione rappresenta un segno inequivocabile della frattura esistente tra l'allenatore e la società. Non sorprenderebbe che il presidente Floriano Noto, potrebbe ora prendere misure drastiche per far valere l'autorità del club, magari attraverso il deferimento al Collegio arbitrale della Serie B, suggerendo una possibile escalation verso una disputa legale che potrebbe trascinarsi oltre la semplice rottura professionale.

Con il termine del mese di giugno alle porte e la nuova stagione imminente, non è da escludere l'ipotesi che Vivarini e il suo staff possano proporre le proprie dimissioni o, viceversa, richiedere la risoluzione contrattuale.