Le gare conclusesi il 3 marzo hanno visto la partecipazione di 11 società e una media di 150 tiratori. Alla finale di Cerchiara, sul podio salgono Francesco Capogreco, Cesare Tenuta, Massimo Fortino. A Tenuta, esperto balistico e collezionista, il punteggio record 96/100
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Non solo perito balistico e collezionista di armi antiche, ma anche grande campione sportivo: secondo posto per Cesare Tenuta al campionato regionale invernale fossa olimpica organizzato dalla federazione italiana tiro al volo (Fitav). Il tiratore cosentino è arrivato a un passo dalla seconda conquista consecutiva del titolo di campione regionale individuale di prima categoria, che già si era portato a casa lo scorso anno, concludendo il campionato con un totale di 185 piattelli rotti, stesso numero totalizzato dal primo classificato Francesco Capogreco, e 9 penalità, due in più rispetto all’avversario. Terzo, Massimo Fortino.
Il campionato
È proprio nel corso delle ultime due prove che Cesare Tenuta ha avuto modo di distinguersi con il risultato di 96/100 che gli ha consentito non solo di conquistare per se stesso il podio nella classifica individuale con conseguente qualificazione alla finale del campionato italiano, ma di trascinare la sua squadra alla conquista di un posto nella ben più ambita finale nazionale per società che si svolgerà a quest’anno Vetralla (VT).
Largo ai giovani
E proprio con Tenuta, nome di primo piano a livello nazionale, abbiamo parlato della sua società, l’Asd TAV Finita, di cui è oggi vicepresidente, e che ha ottenuto nelle classifica finale il miglior piazzamento tra le società di terza e quarta categoria, guadagnandosi il diritto di accompagnare alla finale nazionale le tre società arrivate sul podio. Un risultato importante per una società che trova il suo punto di forza nei ragazzi che la compongono, e che nonostante la giovane età già portano risultati importanti: una su tutti, Silvia Munno, che a soli 20 anni è riuscita a trionfare nella categoria Lady.
Uno sport responsabile
«Il tiro al volo è una disciplina sicura ed altamente educativa, che insegna ai ragazzi a comportarsi in modo corretto, in un’ambiente sportivo, che li responsabilizza nell'approcciarsi a strumenti potenzialmente capaci anche di offendere. Tale responsabilità si estende anche al di fuori del campo da tiro, alla vita di tutti i giorni: il tiro al volo è uno sport che non potendo prescindere dai permessi e dalle autorizzazioni concesse dalle autorità in materia di armi da fuoco, incentiva i ragazzi a tenersi alla larga da qualsiasi situazione che potrebbe comportare problemi con la legge». E ancora: «Uno dei più grandi ostacoli che si incontra nell'avvicinare i giovani a questo sport è costituito proprio dai genitori, che hanno paura di vedere il proprio figlio imbracciare un arma. Ed invece, tale reticenza deriva da una visione sbagliata delle armi: che laddove sono intese correttamente, sono veicolo di cultura, sport, natura, educazione. E lo dico con cognizione di causa, visto che per lavoro e per passione vivo le armi tutti i giorni, sotto tutti i punti di vista».
a cura di
Emanuele Veltri
per LaC School