Dopo le decisioni del Giudice Sportivo della Lega Pro pubblicate lo scorso 12 dicembre, con cui sono state irrogate le sanzioni nei confronti del presidente Gianni Vrenna, del direttore generale Raffaele Vrenna e del tecnico Lamberto Zauli, il Football Club Crotone, attraverso una nota stampa diffusa sul suo sito ufficiale, ha inteso manifestare tutto «il proprio stupore e l’amarezza per la ricostruzione riportata dall’organo di giustizia, che non riflette in alcun modo il reale svolgimento dei fatti».

I provvedimenti

Stefano Palazzi, Giudice Sportivo, con provvedimento controfirmato dal presidente Marani ha infatti ricostruito che tra primo e secondo tempo di Crotone - Juve Stabia di sabato scorso il direttore generale rossoblù Raffaele Vrenna (per cui è stato inibito fino al 12 giugno 2024) abbia, «al 47° minuto del primo tempo, tenuto un comportamento non corretto in quanto, dopo l'annullamento di un gol, accedeva sul terreno di gioco pur non essendo iscritto in distinta» e «per avere, al termine del primo tempo, fatto accesso nella zona antistante gli spogliatoi, pur non essendo iscritto in distinta e per aver aggredito, colpendolo con un pugno al volto, l'allenatore dei portieri avversario, Sig. Petrazzuolo Amedeo». La mano pesante del Giudice sportivo, che ha inoltre squalificato per due giornate il tecnico Zauli, ha portato la società rossoblù ad una replica, attraverso la quale il presidente Gianni Vrenna e lo stesso dg Raffaele Vrenna, preannunciano reclamo alla Corte Sportiva d’Appello nazionale.

Gianni Vrenna: «Siamo basiti»

«Siamo basiti di quanto letto nel comunicato del giudice sportivo – dice il presidente Gianni Vrenna – con decisioni che rischiano di penalizzarci oltremodo nel prosieguo di una competizione che stiamo affrontando con grande dispendio di impegno ed energie, oltre che economico, basate su una ricostruzione palesemente non veritiera di quanto accaduto tra primo e secondo tempo. È apparso subito evidente che tutto ciò che si è verificato non è stato innescato dal nostro tecnico, persona universalmente riconosciuta come pacata e corretta, quando invece i nostri tesserati, che erano intenti solo a protestare con modi composti per le decisioni infelici del direttore di gara, si sono ritrovati vittime di un’aggressione, sia verbale che fisica, da parte di alcuni componenti della panchina ospite. E devo anche constatare che non è la prima volta che subiamo direzioni di gara tutt’altro che favorevoli». 

«Negli anni - continua Gianni Vrenna -  questa società ha sempre dimostrato senso di accoglienza nei confronti di tutti, abbiamo ospitato gare “calde” in ogni categoria, ma abbiamo sempre messo al primo posto la compostezza: questo è il nostro modo di fare sport e ripudiamo ogni forma di violenza, come abbiamo sempre dimostrato, come lo scorso anno in partite che avrebbero dovuto risultare a forte rischio e in cui abbiamo ricevuto i complimenti dei dirigenti avversari. Pur convinti che non sia stata redatta in malafede respingiamo fermamente la ricostruzione riportata nel comunicato del Giudice Sportivo, consci del fatto che la concitazione del momento non abbia consentito di osservare appieno quanto accaduto. Anzi, per la maggior parte, abbia portato a stravolgerla completamente e a invertirla a danno del Crotone!»

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Raffaele Vrenna: «Totalmente estraneo ai fatti»

Nella nota diffusa dalla società pitagorica anche le parole del dg Raffaele Vrenna, anche il direttore generale rossoblù, così come il presidente, appare altrettanto contrariato della decisione presa dalla giustizia sportiva: «La ricostruzione dei fatti che ho letto è paradossale. Da quando sono tornato ho subito dapprima una squalifica prima sospesa e poi annullata, un’altra mentre cercavo solo di riportare la calma tra due tecnici, ho avuto persino un provvedimento amministrativo poi cancellato. Errare è umano, ma tutti questi episodi rischiano di penalizzare seriamente il mio percorso lavorativo, oltre ad essere non facili da affrontare dal punto di vista personale. Ormai il mio nome viene tirato in ballo solo per situazioni negative, dimenticando anche quanto di positivo il mio lavoro ha portato: è facile scatenare campagne d’odio nei miei confronti, specialmente sui social, allo stesso tempo ricevo continuamente apprezzamenti e solidarietà da colleghi ed elementi di spicco nel mondo del calcio».

«Nel caso dell’ultimo episodio - sostiene il dg del Crotone -, a testimonianza della mia buona fede, avevo persino rinunciato al campo, ad andare in panchina come ho sempre fatto per stare vicino alla squadra, con l’obiettivo di starmene tranquillo in tribuna e non rischiare di essere provocato in qualche modo. Sono solo sceso negli spogliatoi, come sempre faccio per parlare alla squadra nell’intervallo, e mi sono trovato davanti un parapiglia. Pur rimanendone alla larga e arrivando a fatti già praticamente conclusi, sono stato additato come uno dei protagonisti. Sono convinto di riuscire a dimostrare la mia totale estraneità dai fatti e, stavolta più che mai, sono deciso a difendere la mia immagine: è necessario che mi sia permesso di riprendere, al più presto, il mio lavoro, per contribuire a raggiungere i nostri obiettivi».

La società ha già preannunciato reclamo alla Corte Sportiva d’Appello nazionale, innanzi alla quale, assistita dall’Avvocato Mattia Grassani del Foro di Bologna, è «fiduciosa - si legge in conclusione della nota - di poter ottenere l’annullamento integrale delle sanzioni erroneamente inflitte».