Durante i campionati mondiali di kite all’Hangloose Beach di Gizzeria atleti speciali solcano le onde. La dimostrazione all'interno del progetto “Kite per tutti”
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«Cosa provo? Mi sento libero. Quando vado fuori, nell’acqua mi sento come prima dell’incidente. Solo andare, sentire il vento, le onde. Spesso dimentico completamente che le mie gambe non funzionano più. Quando poi torno sulla spiaggia realizzo: devo aspettare che qualcuno mi aiuti perché sulla spiaggia non posso fare tutto da solo. Nell’acqua sono libero ed è meraviglioso».
È contagioso e allo stesso tempo disarmante Willem Hooft quando racconta quello che sente quando, a bordo di una tavola da kite speciale, riesce a superare la sua disabilità e a cavalcare le onde.
Willem è uno dei ragazzi che durante i campionati mondiali di kite in corso all’Hangloose Beach di Gizzeria stanno dimostrando come i limiti spesso siano solo mentali. E’ olandese, vive a Rotterdam, ha 28 anni e ha perso l’uso delle gambe soltanto un anno e mezzo fa durante un incidente in moto.
Ma la sua voglia di vivere non si è fatta sottomettere dalla crudeltà del destino per ben poco tempo: diciotto mesi ed eccolo in Italia a dimostrare come possa fare kite anche meglio dei normodotati.
Il contenitore all’interno di cui Willem ed altri stanno mostrando le loro abilità e il progetto “Kite per tutti” nato, racconta a LaC Vanina Puteri, titolare dell’Hangloose Beach, dopo che un loro associato ha avuto un incidente che ne ha inibito l’uso delle gambe a soli sedici anni.
Un ragazzo giovanissimo che, seppur costretto sulla sedia a rotelle, al kite non voleva rinunciare e ha chiesto ai suoi amici di sostenerlo.
Da qui la ricerca fino ad individuare come non si trattasse di un’utopia ma di qualcosa assolutamente fattibile.