Il patron rossoblù condivide i suoi sentimenti e le sfide imprenditoriali: «La programmazione è la chiave. Giocare al Granillo è sempre un’esperienza straordinaria»
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Il presidente della Vibonese Pippo Caffo
Il patron rossoblù Pippo Caffo, con una carriera consolidata sia nel calcio che nel mondo imprenditoriale, racconta la sua passione per la squadra e le sfide che affronta ogni giorno, sia in campo che nella gestione della società. Parla delle difficoltà recenti, tra cui le sconfitte in casa, e dell’importanza di mantenere alta l’intensità emotiva. Pur riconoscendo la forza delle squadre avversarie, esprime fiducia nelle capacità della Vibonese, sottolineando che il lavoro di squadra, la programmazione e la dedizione sono la chiave per il successo. Riguardo alla Reggina, il presidente esprime grande rispetto per la squadra amaranto, che sta lottando per il primo posto in campionato.
Descrive l’emozione di giocare al Granillo, un impianto prestigioso, e ribadisce l’importanza di concentrarsi sulle proprie forze, pur essendo consapevoli della forza degli avversari. Nonostante la competitività della Reggina, la Vibonese continuerà a lottare fino all’ultima partita, mettendo in campo il massimo impegno in ogni sfida. Affronta anche il tema delle critiche ingiustificate nei confronti dell'allenatore del Castrumfavara, sottolineando l'importanza di mantenere sempre un approccio deciso e determinato, a prescindere dal risultato. Guardando al futuro, l'obiettivo rimane quello di qualificarsi per i play-off e lottare fino all'ultimo per conquistare una posizione di prestigio.
Presidente, da molti anni ormai è nel mondo del calcio. Come riesce a mantenere invariata la sua intensità emotiva nel tempo?
«Le emozioni sono sempre intense, indipendentemente dalla partita. Ogni volta che scendo in campo, che sia una sfida semplice, complicata o cruciale, lo vivo con la stessa passione, con la stessa forza nel cuore. Per chi ama davvero la squadra, ogni incontro è unico, un momento speciale, perché ogni partita rappresenta qualcosa di profondamente significativo».
Quanto è emozionante giocare al Granillo contro una Reggina in lotta per il primo posto?
«Pensando alla partita con la Reggina, provo un’emozione unica. Domenica, scendere in un campo così prestigioso come il Granillo, è ancora più emozionante, soprattutto ora che la Reggina lotta per il primo posto. Noi dobbiamo concentrarci sul nostro, consapevoli che le sfide contro la Reggina e il Siracusa, entrambe in trasferta, sono decisive per noi. Speriamo di recuperare i giocatori infortunati, ma una cosa è certa: lotteremo fino all’ultimo minuto contro qualsiasi squadra».
Come valuta il lavoro della proprietà amaranto?
«Ho un ottimo rapporto con il patron Ballarino, con cui condividiamo le radici siciliane, e con il presidente Minniti, una persona che stimo profondamente. Inoltre, ho un buon legame anche con il direttore Praticó, che in passato è stato vicino alla Reggina quando la sua famiglia ne deteneva la proprietà. Oggi, però, siamo avversari, ma il rispetto e la stima reciproca restano invariati. La proprietà amaranto ha sempre dimostrato grande passione e dedizione e merita solo elogi per il lavoro svolto».
Nel corso degli anni, la figura di Pippo Caffo è stata spesso associata alla Reggina. C’è mai stato un reale interesse da parte sua nel rilevare la società?
«Non mi interessa focalizzarmi su altre realtà, la mia passione è rivolta alla Vibonese, al mio territorio e alla mia gente. Finché avrò la forza e la motivazione, resterò al fianco della Vibonese. In futuro, se sarà necessario, accetterò il ruolo di spettatore, ma per ora sono determinato a dare il mio contributo con tutto me stesso».
Parliamo della Vibonese: dopo un avvio promettente, sono arrivate troppe sconfitte. Le prossime partite saranno cruciali per la zona play-off. Come valuta la situazione attuale?
«Non possiamo più permetterci errori. Abbiamo subito troppe sconfitte in casa, mentre in trasferta siamo stati più solidi, perdendo solo due volte. Le troppe battute d'arresto interne, soprattutto contro squadre inferiori a noi che hanno semplicemente sfruttato il loro giorno favorevole, non sono più accettabili. Tuttavia, questo non significa che non possiamo recuperare. Per vincere un campionato, bisogna essere forti anche lontano dalle mura amiche, e al momento ci manca qualcosa per raggiungere quel livello di continuità. Dobbiamo dare il massimo in ogni partita. Le squadre che ci precedono sono forti, ma abbiamo anche partite in casa che, sulla carta, dovremmo riuscire a gestire. Sono fiducioso, e in un certo senso, l'ironia sta nel fatto che abbiamo più partite in trasferta che in casa, e fuori abbiamo ottenuto risultati davvero positivi. Il calcio è imprevedibile, ma l'importante è non mollare mai, lottare fino alla fine e credere sempre nel nostro potenziale».
Recentemente, l’allenatore Infantino del Castrumfavara è stato criticato e accusato ingiustamente durante la partita contro il Siracusa, solo per aver giocato a viso aperto. Qual è la sua opinione su questa situazione?
«Questo tipo di atteggiamento, in generale, è assolutamente fuori luogo e privo di senso. Ogni squadra scende in campo con l’obiettivo di fare risultato, che sia contro la prima o l’ultima in classifica. La Vibonese giocherà sempre con la stessa determinazione e spirito, ovunque e contro chiunque. Non è accettabile giudicare o criticare una squadra solo per il suo approccio alla partita. La nostra mentalità è chiara: lottiamo per la vittoria e non facciamo sconti a nessuno, a prescindere dalla posizione dell’avversario».
Come commenta l’importanza di un giusto equilibrio tra investimenti, programmazione e organizzazione nella costruzione di una squadra competitiva?
«In effetti, la forza di una squadra non dipende solo dal denaro. La programmazione, l’organizzazione e gli investimenti mirati sono fondamentali per costruire una squadra competitiva. Prendiamo ad esempio il Benevento in Serie C: nonostante gli ingenti investimenti, non sempre il denaro è la soluzione a tutti i problemi. Il Siracusa ha speso molto, ma la Reggina è comunque lì a lottare. Il calcio è una questione di equilibrio, e lo vediamo anche in Serie A: la Juventus, pur avendo fatto grandi investimenti, si trova esclusa da molte competizioni. Il successo nel calcio è il risultato di una combinazione di fattori: una preparazione tecnica solida e una dirigenza capace di fare le scelte giuste».
Come riesce a conciliare la passione per il calcio con le difficoltà pratiche ed economiche che comporta gestire una squadra? Cosa la spinge a continuare, nonostante le sfide?
«Essere un buon imprenditore non basta per essere un buon presidente di una squadra. La passione per il calcio è ciò che mi guida ogni giorno, fin da quando avevo cinque anni. Ogni volta che penso alla Vibonese, sento il cuore battere più forte, perché questo non è solo un lavoro, è un sogno. Abbiamo portato la squadra in una lega professionistica, ma so quanto sia difficile alzare l’asticella. Le spese, le trasferte lunghe e costose, le difficoltà quotidiane sono tante, ma la passione che provo per questo sport e per la mia squadra mi spinge a non fermarmi mai. È quella passione che mi fa credere che, nonostante tutto, possiamo farcela.
La sua azienda è un modello di innovazione. Come affronta l’imprenditorialità in Calabria, un territorio che spesso presenta sfide uniche?
«Affrontare l’imprenditorialità in Calabria, un territorio che presenta sicuramente sfide uniche, richiede una visione chiara e un impegno costante. L’innovazione e la crescita che abbiamo raggiunto sono il risultato di anni di lavoro, dedizione e sacrifici. In un contesto come quello calabrese, dove le difficoltà possono sembrare insormontabili, è fondamentale circondarsi di dirigenti e collaboratori competenti e motivati, capaci di condividere una visione comune. La crescita non è mai un caso, ma il frutto di un impegno quotidiano, di una continua voglia di evolversi e di affrontare ogni sfida come un’opportunità per crescere insieme, come squadra.
In Calabria si percepisce un fermento politico e culturale. Condivide questa sensazione?
«Sì, la Calabria sta attraversando una fase di significativa crescita. I dati relativi alle esportazioni sono incoraggianti, e numerose aziende del territorio si distinguono per la produzione di eccellenze come olio, vino, prodotti ittici, salumi e molti altri. La qualità dei nostri prodotti è sempre più apprezzata a livello nazionale e internazionale, tanto che spesso vengono riconosciuti come superiori rispetto a quelli di altre regioni. Questo successo è il risultato di un impegno costante e di una grande attenzione alla qualità. Ogni azienda, per continuare a crescere, deve continuare a investire nella passione, nella dedizione e nell’innovazione.
Tornando al calcio, mister Facciolo ha avuto un ottimo avvio di stagione, ma recentemente la squadra vive un periodo difficile. La sua posizione in panchina rimane comunque sicura?
«Facciolo ha svolto un ottimo lavoro finora, e le difficoltà che stiamo affrontando non dipendono esclusivamente da lui. La squadra è corta e ci mancano alcuni rinforzi di qualità. Nonostante ciò, mister Facciolo ha sempre lavorato con grande impegno, e la sua posizione in panchina è assolutamente confermata. A breve affronterò la questione del futuro della squadra».
Infine, dove vede la Vibonese a giugno, al termine del campionato?
«L’obiettivo della Vibonese è chiaro: qualificarsi per i play-off e conquistare la miglior posizione possibile in classifica. Una volta ottenuto il pass per la fase finale, la squadra darà il massimo in ogni partita, cercando di superare ogni limite e raggiungere il miglior risultato possibile. Siamo determinati a lottare fino all’ultimo, senza porci alcun limite, con l’ambizione di arrivare il più lontano possibile».