Un allenatore non si cambia mai a cuor leggero. Nel momento in cui si prende la decisione di esonerare il tecnico, la dirigenza sa già di doversi accollare una ulteriore spesa e quindi già a livello economico si tratta di un sacrificio in più da sostenere. È chiaro poi che una squadra che fa tre punti in sette giornate, impone una riflessione a chi gestisce una società, nello specifico la Gioiese, che si ritrova da matricola ad affrontare il suo primo campionato di Serie D. Ci sono, però, delle riflessioni da fare in merito all’esonero di Caridi. Valutazioni ad ampio respiro, che abbracciano diversi aspetti, partendo probabilmente dall’origine di tutti i mali o, comunque, da quella base di partenza che, per vari motivi, si pensava di avere e invece non c’è più.

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Rivoluzione

Contrariamente a quanto fatto da diverse società neopromosse, buon ultimo il Locri, la Gioiese ha smantellato totalmente la squadra che aveva stravinto in Eccellenza, allenatore compreso. Scelta opinabile, sicuramente in controtendenza con quel che aveva detto il recente torneo di Serie D: a Locri, con tre, quattro innesti di categoria, lasciando larga parte della rosa della passata stagione, gli amaranto sono arrivati alle spalle della corazzata Catania. A Gioia Tauro è stata fatta un’altra scelta che, a conti fatti, finora non ha pagato. Da capire il perché di questa decisione: ci saranno sicuramente dei motivi, ma da fuori il dubbio rimane. Ed a questo si sono aggiunte altre problematiche.

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Campagna acquisti

Le precarie condizioni di salute del ds Spadaro e poi la sua scomparsa sicuramente non hanno aiutato. Chi è nel mondo del calcio, chi mastica calcio da tempo, sa che la Gioiese è diventata la mèta preferita di procuratori o pseudo tali: alcuni hanno proposto buoni affari, altri si sono presentati con elementi che erano fermi da tempo e con calciatori improponibili per la categoria. Anche in questo caso serviva maggiore chiarezza e fermezza.

Un porto di mare

Nella città nota anche per il porto, la squadra viola è diventata proprio un porto di mare, con arrivi settimanali di calciatori. Anche nel giorno in cui è stato esonerato Caridi, nel gruppo sono apparsi tre nuovi elementi. Ed è così da agosto. Un via vai continuo, che non ha aiutato e non aiuta. Troppa confusione. Che poi, con Galardo che doveva fare il mercato e si è defilato dopo pochi giorni e con la scomparsa di Spadaro, adesso chi è che fa la campagna acquisti in casa viola? Ecco, la dirigenza su queste cose dovrebbe darsi delle risposte, piuttosto che andare a investigare e a chiedere come si sanno certe notizie. Il problema non è chi parla, ma chi opera. E con tutta la buona volontà possibile, riconoscendo la serietà massima delle persone, a Gioia Tauro a livello dirigenziale, si sta operando con un po’ di confusione. Ma non è detto che non si possa crescere e migliorare, fermo restando che una sana autocritica non fa mai male ed aggiungendo un’altra cosa: tecnici e calciatori bravi ce ne sono tanti e nessuno di loro è indispensabile. Dirigenti disposti a investire nel mondo del calcio ce ne sono sempre di meno e loro sì sono indispensabili per allestire una squadra nella quarta serie nazionale. Anche per questo è doveroso invitare la gente di Gioia Tauro e la tifoseria a stringersi attorno alla dirigenza della squadra viola. Al di là delle critiche (che fanno parte del gioco e, se costruttive come le nostre, sicuramente aiutano) bisogna sempre e comunque mostrare vicinanza a coloro che stanno investendo denaro in un torneo nel quale ci sono solo uscite e si va sempre e comunque a perdere dal lato economico. Il fatto di non avere avuto un campo dove giocare le gare interne non ha aiutato, ma le istituzioni locali e la città di Gioia Tauro, a parte le chiacchiere, concretamente cosa hanno fatto nei confronti della squadra di calcio?

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Caridi

Voleva giocarsi le sue chance alla prima in D da allenatore e allora ha finito per accettare determinate situazioni che non hanno aiutato. L’inesperienza della società si è manifestata in tema di calciomercato, almeno nelle scelte iniziali, perché si è allestita una squadra volenterosa, che si è sempre allenata con scrupolo, ma senza qualità e quindi senza essere competitiva. Ad un certo punto ha finito per essere il parafulmine. Da circa un mese si sa che la sua posizione è a rischio, anche perché qualche dirigente da circa un mese aveva già avviato contatti con altri allenatori. Chi fa questo lavoro da anni, certe voci le sa. E sa come avere le notizie. E certe voci e situazioni finiscono anche per destabilizzare e delegittimare la figura dell’allenatore. Detto ciò, ribadiamo, è anche normale che una società chieda conto al tecnico delle 6 sconfitte in sette gare e che decida di cambiare. Certe gare (Canicattì e Sancataldese, per esempio) non andavano comunque perdute. Va fatta, però, un’analisi collettiva e vanno evidenziati pro e contro. Fra quest’ultimi anche l’impossibilità di giocare in casa.

La rosa

Con i recenti innesti e una volta che gli stessi acquisiscono la forma giusta, la Gioiese è sicuramente più competitiva e può giocarsi le proprie chance, a patto di trovare attaccanti veri per la categoria. Finora ci sono stati diversi elementi gettati nella mischia, appena arrivati, ma senza avere la forma adeguata e quindi il rendimento non può essere elevato. Così è diventato difficile anche gestire la preparazione atletica, perché vi sono vari livelli di forma. Non dimentichiamo, poi, che si è iniziata la stagione con calciatori fuori ruolo, altri adattati, per cui diventava complicato anche provare qualcosa in allenamento. E non solo: fra la formazione titolare che ha esordito in coppa a San Luca il 27 agosto e quella scesa in campo domenica scorsa a Barcellona Pozzo di Gotto, c’è una differenza di ben 9 titolari. Solo Ruffino e Monteleone erano presenti in entrambe le sfide. La Gioiese in 7 giornate ha già utilizzato addirittura 28 calciatori. Di questo passo dove si arriverà? Tutte queste situazioni alla fine hanno pesato e non poco.

Segnali

Se si analizzano le ultime tre gare (Locri, Sancataldese e Igea) allora è chiaro che sono arrivati dei buoni segnali, sotto molteplici aspetti. Ma se ti difetta la qualità (non l’impegno, perché tutti hanno sempre dato il massimo), allora è difficile fare punti. A livello atletico la squadra ha sempre retto l’urto e ha espresso una certa intensità: il preparatore Lazzaro sa il fatto suo, monitora tutto con i gps: nonostante le difficoltà, si è riusciti a offrire prove dignitose anche sotto questo aspetto. Ma se ti mancano gli attaccanti, se la qualità è bassa, se la gente che devi far giocare non è al top, alla fine diventa tutto più complicato. Allo stesso tempo, si sa, nel calcio tutto è legato ai risultati e questi condannano comunque Caridi, anche se, come abbiamo evidenziato, non mancano le attenuanti.

Franco Viola

Ecco, se c’è una cosa che magari il nuovo tecnico farà, sarà quello di porre un freno a determinati aspetti gestionali che finora hanno finito solo per creare danni. La rosa della Gioiese, con qualche innesto in attacco (perché il reparto offensivo è inesistente) e non appena gli ultimi arrivati (che sono di valore, come per esempio Miliziano e De Marco) entreranno in forma, sarà sicuramente più competitiva.