È crisi profonda per il Catanzaro che non va oltre il pareggio contro l'ultima in classifica. Finisce 1-1
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
Esce ancora dal campo tra i fischi il Catanzaro che continua a perdere terreno rispetto al gruppo di testa e sembra dover rivedere i propri obiettivi.
L’esonero di Auteri e l’affidamento della guida tecnica a Grassadonia non ha dato la scossa sperata, l’allenatore salernitano non ha colpe dopo meno di una settimana di lavoro, certo la squadra ha fallito l’attesa prova di carattere, anzi le aquile hanno dimostrato di avere aggravato la propria involuzione, perso il bel gioco dell’avvio di campionato, sono invece confermate la sterilità offensiva e le pericolose amnesie della retroguardia.
Così anche il Rende, fanalino di coda, si porta via un punto dal Ceravolo, e si concede il lusso di mettere paura ad una squadra di casa che non fa nulla per fare valere una cifra tecnica nettamente superiore, almeno a leggere i nomi in distinta.
Pur presentandosi con un atteggiamento guardingo e per nulla spregiudicato, è la squadra di Tricarico a passare in vantaggio al 27’ con una stoccata di Morselli che ribadisce in rete una palla respinta da Di Gennaro su un tiro di Vivacqua, bravo a beffare la difesa su un rilancio.
In un Ceravolo spazientito i giallorossi provano a reagire e sono fortunati ad agguantare subito il pareggio con una gran botta da fuori di Kanoute al 29', resa imprendibile dalla deviazione di un difensore.
Al ritorno dagli spogliatoi il pubblico non trova un Catanzaro diverso, anzi la manovra si conferma macchinosa e priva di sbocchi offensivi. A sporcare i taccuini oltre alla girandola di sostituzioni solo un paio di tentativi dal limite prima di Maita poi di Kanoute, ma niente di sufficiente a sbloccare il risultato da un 1-1 che ridimensiona il ranking della squadra e le ambizioni dei tifosi.