VIDEO | Si è spento ieri all'età di 70 anni. Centinaia di persone sono accorse ai funerali nella chiesa San Giuseppe Lavoratore. Con i bianconeri ha vinto tre scudetti
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Si sono svolti oggi pomeriggio a Scalea i funerali di Silvio Longobucco, a cui hanno preso parte centinaia di persone e tantissimi tifosi. L'ex calciatore di Ternana, Cosenza, Juventus e Cagliari è deceduto ieri, all'età di 70 anni. Circa quindici giorni fa era stato sottoposto a un'operazione in un ospedale campano e l'intervento era riuscito. Successivamente sono sorte delle complicazioni di salute, già precaria, e il quadro clinico è peggiorato fino alla morte.
Una vita dedicata al calcio
La passione di Longobucco per il calcio non si era mai affievolita. Dopo la lunga esperienza nella massima serie, si era ritirato nella città natale e aveva sempre preso parte alle attività della squadra locale, lo Scalea Calcio. La società sportiva, per rispetto alla famiglia, ha scelto di non rilasciare alcuna dichiarazione. Di recente, insieme ad alcuni amici, aveva anche fondato la scuola calcio "Silvio Longobucco" per formare le squadre giovanili. Ai suoi funerali, oltre ad amici e tifosi, c'erano anche diverse personalità del mondo dello sport. Tra queste, il presidente del Cosenza Calcio, Eugenio Guarascio, e il vicepresidente vicario della federazione regionale della Lega Nazionale Dilettanti, Antonio Ferrazzo.
Una città in lutto
Per Scalea Silvio Longobucco non era soltanto un campione sportivo, ma un vero e proprio esempio di vita, un punto di riferimento per le vecchie e le nuove generazioni, un uomo che amava la sua terra più di se stesso. Abbandonata la serie A, tornò a Scalea per giocare nella squadra locale, dicendosi fiero e soddisfatto di poter dare il suo contributo alla crescita della squadra. Di recente, invece, aveva fondato una scuola calcio per giovanissimi, perché voleva dare loro la possibilità di poter arrivare ai massimi livelli calcistici. Sempre dalla parte dei più deboli, diretto e sincero ad ogni costo, Longobucco si è anche impegnato politicamente per provare a cambiare la terra che gli ha dato i natali.
I tifosi: «Intitolategli lo stadio»
Nel piazzale della chiesa San Giuseppe Lavoratore c'erano centinaia di persone in lacrime ad attendere l'uscita del feretro. Tra questi anche numerosi tifosi del Cosenza e dello Scalea Calcio. «Silvio per lo Scalea Calcio è stato tutto, intitolategli lo stadio», dice uno di loro, rivolgendo un appello all'amministrazione comunale. L'ingresso del campo sportivo cittadino è a una manciata di metri dal carro funebre che lo attende per l'ultimo viaggio e porta già il suo cognome. L'impianto, infatti, è intitolato a Domenico Longobucco, giovane promessa del calcio e fratello di Silvio, deceduto poco più che ventenne in un incidente stradale, mentre si recava a fare un provino con la squadra della Ternana.
Suo fratello era già all'apice della carriera, all'epoca militava nella Juventus, e quella tragedia lo segnò per sempre. Ma, nonostante il dolore, la sua generosità era rimasta intatta, così come la sua forza. Anche negli ultimi tempi, ha detto il prete durante l'omelia, quando la malattia lo tormentava e il suo tempo stava per volgere al termine, non ha mai perso il sorriso e la voglia di vivere. Oggi con lui se n'è andato per sempre anche un pezzo della città di Scalea.