È stata una estate molto difficile per chi ha il cuore color amaranto. Colpa delle notifiche del cellulare che puntualmente, ad ogni trillo, hanno infranto l’illusione che tutto si potesse aggiustare (ASCOLTA L'AUDIO)
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La cosa peggiore sono le maledette notifiche: sui social, via mail, per messaggio. Piccoli beep continui che dalle prime ore del giorno ti sbattono in faccia l’ennesimo incubo estivo vestito di amaranto, annegando la speranza, pochi minuti dopo il risveglio, che potesse trattarsi solo di un brutto sogno. Giornalisti, opinionisti, esperti di diritto e di finanza, ex presidenti di squadre di calcio, tuttologi, dietrologi, influencer, comici, guru del calcio mercato, persino un politico che si è specializzato in tragicomiche dirette social in cui alterna le sorti della squadra a iper sciovinistiche rivendicazioni territoriali: tutti a parlare di Reggina, tutti impegnati ad alimentare h24 un tam tam impazzito di voci, ipotesi e personaggi altrettanto fuori di testa, che riempiono l’etere di chiacchiere e contribuiscono ad infiammare ulcere e gastriti.
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Che desolazione il calcio in riva allo Stretto
La cosa peggiore sono le maledette notifiche. Senza questi infernali, inevitabili, richiami digitali alla desolazione del presente pallonaro in riva allo Stretto, ci si potrebbe convincere dell’inesistenza dell’ennesima estate di paura per il futuro della squadra. Ricorderemmo con un sorriso un personaggio come Manuele Ilari, epigono povero del “viperetta”, che diventa presidente della Reggina dopo essere venuto fuori da una striscia di Alan Ford e alla Reggina sembra essersi attaccato come una cozza. Solo un sogno (brutto, brutto, brutto) potrebbe giustificare l’intera vicenda, portandoci a guardare con tenerezza alle surreali dichiarazioni che hanno fatto da contorno (che di ciccia non ce n’è mai stata) alla presidenza più paradossale della storia del calcio amaranto.
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Maledette notifiche!
Senza le maledette notifiche ci si potrebbe illudere che anche a Reggio Calabria la sentenza di un tribunale della Repubblica (quella che ha omologato il piano di rottamazione del debito rendendoci di fatto l’unica squadra italiana priva di pendenze) valga più del regolamento di condominio (quello per iscriversi ad un campionato di calcio che di debiti sta per morire) fissato da un presidente federale che quando parla di noi sbuffa e diventa rosso come quel pistolero dei Looney Tunes. Magari non ha ancora digerito il gol di Tonino Martino nel campionato di serie B del ’96. O le dimissioni del Mancio da Ct della nazionale.
Senza le stramaledette notifiche digitali potremmo pensare che non esiste un termine perentorio a “mira variabile” che bacchetta paternalmente il Lecco (riammesso in B dal Tar) e nuclearizza la Reggina cospargendo con il sale le macerie. Senza le notifiche potremmo associare ad un bicchiere di troppo il ricordo di quel presidente calabrese esperto di supermercati che davanti alle tv predicava pace e amore e che nel buio della Lega sottoscriveva, assieme al suo collega altrettanto calabrese ed esperto di rifiuti, la richiesta per la nostra condanna. E potremmo dimenticarci dell’abbronzatura scintillante di Felice Saladini, rinforzata mentre la nostra barca affondava sotto i colpi della sua gestione scellerata, e dell’assordante silenzio dell’ex presidente (ex Prefetto, ex arbitro di serie A, ex punto forte della Reggina) Cardona: alcune voci impazzite, le stesse che arrivano con le maledette notifiche, ipotizzano sia da qualche parte in Aspromonte e che passi le sue giornate predicando a querce e abeti trasparenza e legalità.
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Saladini si abbronza, la nostra barca affonda
Di questa estate assurda, che sui titoli di coda ha visto iniziare una serie B azzoppata da caselle riempite con un eloquente “da definire”, a noi malcapitati tifosi amaranto in attesa della sentenza del 29 davanti al Consiglio di Stato, resta pochissimo. Solo la certezza di un amore incondizionato della gente (le presenze per la manifestazione di protesta al Granillo di un paio di settimane fa se la giocano con quelle di campionato di buona parte della serie B), e del Ds Massimo Taibi (uno che per la Reggina ha fatto di tutto, anche un gol di testa all’Udinese in serie A: l’unico a non essere scappato mentre tutto crollava). Oltre naturalmente all’odio per le notifiche pallonare che ci riportano al mondo reale. Ma per quelle, l’unica soluzione sta nello spegnere il spegnere il telefono fino a martedì prossimo.