Dopo una vita dietro ad un pallone, appese le scarpette al chiodo il neo direttore rossoblù fa il punto. «Ci serve un centrocampista davanti alla difesa. Chiedo al popolo rossoblù vicinanza e unione»
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Rossanese alle prese con la preparazione precampionato e sul sintetico dello “Stefano Rizzo” di Rossano la calura aumenta le difficoltà transitorie, la forza anziché l’aerobica che pian piano lascia spazio alle sedute tecnico-tattiche, con mister Luca Aloisi che inaugura il nono anno consecutivo alla guida dei rossoblù.
Un piano di lavoro fondamentale, intervallato dal primo test contro il forte Siracusa, compagine di serie D disputato a Moccone, nella frescura della Sila. Il match, sebbene dopo pochissimi giorni dallo start stagionale, ha dato le prime indicazioni.
Sono le stesse che meticolosamente annota Giuseppe Sifonetti, totalmente immerso nel nuovo ruolo di direttore dopo aver appeso classicamente le scarpette al chiodo.
Una vita dietro al pallone
«Di sicuro non posso dire di stare bene al 100% – è la sensazione di chi non è più un calciatore dopo una lunghissima carriera – perché è come se mi mancasse qualcosa dentro. È diverso, calzare le scarpette ed essere a disposizione di un allenatore e dei compagni di squadra, con l’esperienza, ha un sapore diverso, si può dare qualcosa in più. Ma giunge il momento per tutti di valutare e credo che il mio ciclo del calcio giocato si sia concluso nel migliore dei modi, vincendo il campionato di Promozione. Ora mi sto godendo tutti gli allenamenti, ho più tempo per osservare dall’esterno pregi e difetti e tante situazioni, ho più tempo per capire e studiare anche altri giocatori impegnati su campi anche di categorie inferiori perché ci sono ragazzi giovani bravi. Di sicuro cambia tantissimo però è quello che, insieme alla società, ho scelto. Questo ruolo mi offre una voglia, uno stimolo diverso. Metto a disposizione del club la mia esperienza, la mia disponibilità, la mia competenza dopo una vita dietro ad un pallone.»
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Il nuovo corso da dirigente
Arriva l’Eccellenza, un torneo diverso da quello passato e vinto. «Per la nostra Eccellenza c’è tanta curiosità. Fino all’anno scorso – spiega Sifonetti raccontando come si sta preparando la sua Rossanese al massimo campionato regionale – era una categoria che seguivo attraverso i social e magari qualche gara l’ho seguita dal vivo. Quest’anno ci sarà l’opportunità di viverla direttamente, non dal campo ma come dirigente. Sicuramente il livello sarà più alto, con squadre strutturate da molti anni ed alcune di queste dichiarate candidate pretendenti alla vittoria finale. Noi arriviamo approcciamo al campionato con un blasone importante, con una società forte che viene dalla vittoria del campionato, e sicuramente diremo la nostra senza promettere niente come abbiamo fatto gli ultimi anni.»
Il punto sul mercato
A proposito del ruolo che riveste, Sifonetti fa il punto sul mercato. «Stiamo cercando di completare la rosa da mettere a disposizione del mister. Manca ancora qualcosa, il nostro allenatore vorrebbe poter disporre di un giocatore davanti la difesa e stiamo cercando di sopperire a questa richiesta, senza affanni e disponibili anche ad attendere l’occasione giusta.»
Gli obiettivi
Una società quella rossanese che non promette ma che non si nasconde, magari pensando al podio dei playoff: «Promettere che puntiamo ad entrare nelle prime 5, nelle prime 8 o nei primi 10, significherebbe essere ipocriti. Di sicuro abbiamo rimpinguato la rosa con ragazzi validi e di categoria, pur essendo giovani ma con tanta passione, condita da tanta professionalità. A questo aggiungiamo un ambiente sano come il nostro e sono convinto che la squadra potrà dire la sua.»
Nell’ultima stagione la Rossanese ha avuto, rispetto alle annate precedenti, il sostegno dei tifosi. Un pubblico dal palato fine contornato dagli ultras della Brigata Bizantina sarà ancor di più importante in Eccellenza.
«Quest’anno la società chiede vicinanza, ancor di più di quanto ci hanno già dato. Riferendoci al recente passato, l’Eccellenza sarà per tutti una categoria nuova, sarà un anno nuovo per tutti. Ci sarà da gioire e anche da soffrire, lo sappiamo, per questo chiediamo vicinanza, unione. Quello che possiamo promettere è che lo staff tecnico e i giocatori, come si suol dire, suderanno la maglia onorandola al massimo.»