Novak Djokovic riscrive la storia del tennis a Parigi. Il 36enne serbo vince per la terza volta il Roland Garros e conquista il 23° titolo del Grande Slam, uno in più di Rafael Nadal, record per il tennis maschile. Djokovic, che domani tornerà numero 1 del mondo, sconfigge in finale il norvegese Casper Ruud, numero 4 del ranking Atp, con il punteggio di 7-6 (7-1), 6-3, 7-5 dopo tre ore e quattordici minuti.

A 36 anni e 20 giorni Nole è il più anziano campione del Roland Garros, battuto anche questo primato di Nadal, e lunedì inizierà la settimana numero 388 da numero 1 del mondo. Nessuno meglio di lui intepreta fino in fondo la frase di Napoleone che campeggia sul Philippe Chatrier, quella che Roland Garros a cui è intitolato l'impianto di Parigi incideva sulle eliche degli aerei su cui volava trasvolando il Mediterraneo o durante la Prima guerra mondiale: «La vittoria appartiene a chi più persevera».

Ruud, sconfitto per la terza volta in tre finali Slam e per la quinta in altrettanti confronti diretti nei quali non ha vinto nemmeno un set, puntava a giocare con la mente leggera. Per tutto il primo set ci riesce alla grande. Djokovic appare fuori equilibrio, nervoso, non sempre composto sulla palla. Va già in difficoltà nel primo game di servizio, che inizia con un paio di errori di diritto e chiude sbagliando lo smash che porta Ruud avanti 2-0 dopo un game durato 11 minuti. Non è la prima volta che il norvegese parte avanti di un break contro Nole, era già successo in semifinale a Roma nel 2020.

Djokovic sbaglia più del previsto: non vanno le due palle corte tentate nel primo game di risposta, un rovescio lungolinea in avanzamento nel quinto game. Ruud vince otto dei primi undici punti che hanno richiesto più di otto colpi. Con il quarto conquistato, il serbo recupera il contro-break. E' un punto ben costruito da entrambi, il pathos si sente dai sospiri d'attesa dei tifosi, che Ruud senza fiato chiude affossando alla base della rete uno smash quasi a campo aperto. Djokovic recupera il break di svantaggio.

L'ottavo game è una conferma del cambio di passo. È il primo in cui Ruud vince un punto con una smorzata, ma è anche il primo che Djokovic vince ai vantaggi, peraltro dopo aver salvato una palla break. Dopo 50 minuti il norvegese, che ha giocato globalmente meglio fino a quel momento, è inchiodato sul 4-4. La partita è fisicamente dura, il serbo un paio di volte si piega con le mani sulle ginocchia dopo scambi faticosi. Sul 4-4 40-40 finisce anche per terra, e anche questo è tutt'altro che usuale. Evidentemente un po' di tensione per il 23mo Slam, per quel primato che ha inseguito per tutta la vita, la sente.

Il campo è pesante, Nole scivola, forza, sbaglia, ma si appoggia al servizio: particolarmente efficace la prima a uscire da sinistra per aprirsi il campo e prendere in mano il gioco. I numeri del primo set sono chiari: Nole vince tre punti su quattro se si chiude sotto i quattro colpi, due su tre se si chiude sopra i cinque. Si decide tutto al tie-break e l'unica notizia è che Nole commette il primo gratuito su sei che ne ha giocati al Roland Garros 2023. È l'unico punto che Ruud vince. Ha giocato un'ora e ventuno minuti di tennis di altissimo livello ma il punteggio recita 7-6 Djokovic.

Dopo un'altra ventina di minuti, compresi otto di pausa congiunta per andare in bagno e cambiarsi, Ruud è sotto anche di un break nel secondo. Il norvegese ci prova ad aprirsi il campo, a stare nello scambio e allungarlo, ma Djokovic gioca sempre più vicino e colpisce di rovescio in maniera sempre più fluida. Il serbo perde cinque punti nei cinque turni di battuta del set e al norvegese, che pure salva due set point sul 2-5 al servizio, non resta che vedere il serbo scappare via, lontano, verso un traguardo da leggenda.