«Ricordare il mio papà con questo premio, che dopo una pausa dovuta alla pandemia ritorna per onorare la sua memoria, è per me un'emozione e un orgoglio immensi. Era un uomo profondamente legato alla sua terra, a Reggio e alla Reggina e questa cerimonia così partecipata mi riempie il cuore e mi commuove. Grazie a Maurizio Insardà per il suo impegno e a tutti coloro che sono qui con me oggi», così ha commentato la terza edizione del premio intitolato a Oreste Granillo, la figlia Maria Stella.

La cerimonia

La manifestazione, presentata dal giornalista Maurizio Insardà, ideatore del premio, e dalla conduttrice Mediaset Monica Bertini, si è svolta nell'aula magna Italo Falcomatà del dipartimento di Ingegneria dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, guidata dal rettore Santo Marcello Zimbone, e si è pregiata della partecipazione di Nicola Binda e Tullio Calzone, autorevoli firme rispettivamente del Gazzetta dello Sport e del Corriere dello Sport, del presidente della Reggina Calcio Luca Gallo e di varie personalità del mondo del Calcio e dello Sport, tra cui anche l'ex presidente della Reggina Lillo Foti.


I premiati


Premiati quest'anno il presidente della Lega B Mauro Balata e l'allenatore Roberto Baronio, centrocampista dell'indimenticata prima stagione della Reggina in serie A disputata tra il 1999 e il 2000 e oggi collaboratore nello staff tecnico di Andrea Pirlo, allenatore della Juventus e anche lui ex maglia amaranto. Furono entrambi protagonisti di quella stessa magica stagione a Reggio Calabria, in uno stadio Granillo gremito che proprio nel 1999, in occasione del suo primo campionato in serie A nella stagione, fu intitolato ad Oreste Granillo - tra i pochi stadi in Italia a portare il nome di un presidente di società sportiva - dall'allora sindaco Italo Falcomatà.
Consegnati anche il premio al giornalista Rino Tebala, e quello alla memoria dell'ex presidente della Reggina Calcio, Ugo Ascioti, alla figlia Alessandra.

Oreste Granillo, presidente per sempre

Paolano di origini ma reggino di adozione, Oreste Granillo fu un valente dirigente sportivo, sindaco di Reggio Calabria dal 1980 al 1982, eletto nella fila della Democrazia Cristiana dopo essere stato a lungo consigliere comunale e assessore allo Sport.
Delegato provinciale reggino del Coni e poi delegato regionale per la regione Calabria, è stato presidente della Reggina dal 1960 al 1977.

«Un presidente storico, la cui memoria è patrimonio di tutti. Essere presidente della Reggina come lo è stato lui, equivale a restarlo per sempre. Mi auguro che questo premio abbia vita lunga», ha commentato l'attuale presidente della Reggina Calcio, Luca Gallo che, parlando anche della squadra e di risorse che il Covid ha fortemente compromesso, ha dichiarato ancora una volta il suo viscerale amore amaranto, affermando che se, potesse e avesse cento vite, comprerebbe la Reggina cento volte.

«Sono onorato di ricevere questo premio intitolato ad una persona che tanto ha fatto per questa regione, questa città e per lo sport. Una persona alla quale è intitolato lo stadio sempre pieno, dove ho giocato una stagione che non dimenticherò mai», ha commentato l'ex centrocampista della Reggina, Roberto Baronio.

«Un personaggio che ha fatto la storia dello sport in questa città e nel nostro Paese. È un piacere essere qui e incontrare tantissimi amici in una terra importante dove il calcio fa tanto e può fare ancora di più anche per far crescere l'economia di questi territori», ha sottolineato il presidente della Lega B, Mauro Balata.

La cerimonia di consegna della terza edizione del premio Oreste Granillo è stata occasione per una riflessione più ampia sul Calcio e sul mercato su scala più globale, e anche un momento di forte impatto emotivo nel ricordo di una stagione bellissima, la prima in serie A della Reggina tra il 1999 e il 2000, che ha segnato la storia della città e di cui Roberto Baronio è stato un indiscusso protagonista.

Roberto Baronio: «Un anno che ricorderò per sempre»

Arrivato ventenne da Brescia, a Reggio Calabria ha scritto una pagina memorabile della storia amaranto e della sua storia sportiva. Qui ha conosciuto anche la moglie Ezia.

«Ho dei ricordi bellissimi di quella curva sempre piena, di uno stadio caloroso, all'inizio in costruzione e poi divenuto la nostra casa. Mi fa sempre tanto piacere tornare qui, dove ci sono anche i nonni dei miei figli. Non posso che ricordare con grande emozione quell'annata che è stata molto importante per me ma anche per la storia della Reggina e di questa città. Eravamo giovani quando siamo arrivati e siamo stati accolti con grande premura e ci siamo subito sentiti a casa. Ricordo i miei compagni di squadra, il capitano Simone Giacchetta, il presidente Lillo Foti, l'allenatore Franco Colomba, il direttore sportivo Gabriele Martino e tutto lo staff. All'epoca tutto era più piccolo. Una realtà sempre molto attiva in una città di cui sentivamo il calore addosso, in quello stadio sempre pieno e anche fuori. Un anno che ricorderò per sempre», ha raccontato Roberto Baronio.

Una pagina di memoria impreziosita dall'intervento del direttore sportivo dell'epoca Gabriele Martino, con il quale Roberto Baronio non ha mai interrotto i rapporti, nati in quella stagione a Reggio Calabria.
«Roberto era il centrocampista per eccellenza, un centrocampista completo, dotato di grande personalità e di un'eleganza che il pubblico ha sempre riconosciuto e apprezzato. Grazie alla sua amicizia con Andrea Pirlo, anche quest'ultimo è venuto a Reggio in quella stessa stagione», ha ricordato Gabriele Martino.

Mauro Balata: «Impegnati con politiche sportive sui territori»

«Siamo molto soddisfatti della crescita esponenziale di credibilità e valori. In una dimensione calcistica che necessita di riforme e innovazione, fondamentale diventa l'individuazione di percorsi di miglioramento. Anche noi siamo protagonisti di questi percorsi. Ma dobbiamo lavorare tanto proseguendo anche nel solco di una politica sportiva legata al sociale e orientata al radicamento sul territorio. In questa direzione stiamo investendo molto in termini di tempo e risorse, ragione per la quale sono particolarmente contento che questa cerimonia si stia svolgendo nell'aula magna universitaria poiché credo molto nel connubio tra sport e cultura», ha sottolineato ancora il presidente della Lega B, Mauro Balata.

Una serie B ormai rappresentativa del calcio praticato da atleti italiani. «Su seicento calciatori impegnati nel campionato di serie A in Italia, quattrocento sono stranieri. Dunque il campionato giocato da italiani è oggi quello della serie B. Uno spunto che diventa occasione per un appello alle società sportive affinché attenzionino i settori giovanili ovunque presenti, anche nelle cinque province calabresi, dove crescono atleti di valore che meritano delle occasioni», ha sottolineato Saverio Mirarchi, presidente della Lega nazionale dilettanti del Comitato regionale Calabria Figc.