Dopo l'uscita dai playoff, gli amaranto si concentrano sul percorso extra-sportivo: cifre, dettagli e tempi per l'ok al piano di rateizzazione
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Con la sconfitta 1-0 sul campo del Südtirol è finita la stagione sul campo per la Reggina. La società amaranto adesso, prima ancora di pianificare il futuro a livello sportivo, dovrà orientare le proprie attenzioni sul percorso che porterà all’iscrizione alla Serie B 2023/24.
Un passaggio decisivo, fondamentale, sarà l’omologa del concordato con il Tribunale di Reggio Calabria che vaglierà il piano di rateizzazione dei oltre 20 milioni di euro di debiti accumulati nelle ultime annate dalla società dello Stretto. In caso di approvazione del piano, gli amaranto si metterebbero finalmente alle spalle una pagina torbida della propria storia, quantomeno a livello economico, potendo guardare al futuro con serenità e prospettive.
Da dove vengono i debiti
Partiamo con la genesi della vicenda. La Reggina, tornata in Serie B sotto la gestione di Luca Gallo. In un anno e mezzo vengono accumulati diversi milioni di euro di debiti fra fornitori non pagati e contributi dei tesserati non versati. Tutto emerge a metà dell’annata 2021/22, quando il primo deferimento scuote il mondo amaranto. A fine stagione, Gallo, arrestato dopo un’indagine della Guardia di Finanza, deve cedere la società a Felice Saladini.
Il Decreto Salva Aziende
A fine marzo 2022, tuttavia, è entrato in vigore il Decreto Sostegni ter - DL del 27.01.2022 n. 4, che introduce misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19.
Il decreto interviene a sostegno dei settori che sono stati chiusi a seguito della pandemia o ne sono stati fortemente danneggiati, fra cui ovviamente quello sportivo. Nello specifico, è stato oggetto di modifiche il codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, permettendo alle aziende di presentare piani di rateizzazioni delle moli debitorie. La Reggina lo ha fatto, dopo averlo annunciato qualche mese prima, lo scorso 29 aprile.
I numeri del piano amaranto
In questi giorni, sono emerse le cifre della pianificazione prospettata al Tribunale di Reggio Calabria dalla società di Felice Saladini. Il club ha una mole debitoria di 22 milioni di euro: quindici nei confronti del Fisco, tre verso i fornitori, due verso i dipendenti e i restanti due suddivisi fra ex tesserati (l’incentivo all’esodo) e pendenze non meglio specificate. A questi, peraltro, vanno aggiunte le pendenze non pagate a febbraio e marzo: la cifra lieviterebbe fino a circa 25 milioni.
Il piano presentato proporrebbe uno stralcio del 95% del debito fiscale, abbattendo la cifra da riconoscere lo Stato dai 15 milioni dovuti a 750mila euro. I primi feedback hanno visto una netta bocciatura da parte dell’Agenzia delle Entrate rispetto a questo punto.
Cosa può succedere
Sebbene vi sia stato parere negativo dell’AdE (e di altri creditori), la Reggina può comunque sperare nell’omologa da parte del Tribunale. Non è escluso che, all’interno di un logico gioco delle parti, il club abbia scelto di proporre allo Stato uno stralcio elevato, per poi arrivare a una percentuale meno ampia ma comunque favorevole. Che converrebbe a tutti: agli amaranto, al Fisco, ai creditori stessi, alla Lega Serie B. Qualora, invece, ciò non succedesse, la Reggina si troverebbe davanti un problema molto grande, con uno scoperto di circa 25 milioni da saldare per procedere all’iscrizione al prossimo campionato.
I tempi
Dalla presentazione del piano sono trascorsi esattamente 29 giorni. Ragion per cui già nella settimana che verrà protrebbero (e dovrebbero) esserci novità significative. Il termine del 20 giugno costringerà i club di B a presentare entro quella data la domanda d’iscrizione, la dimostrazione pagamento degli emolumenti dovuti, fino alla mensilità di maggio 2023, delle ritenute Irpef e dei contributi Inps riguardanti gli emolumenti dovuti, fino alla mensilità di aprile 2023. Saranno giorni cruciali per il futuro, Reggio aspetta.