La Reggina ha presentato ufficialmente il ricorso contro la bocciatura della domanda d'iscrizione alla prossima Serie B. Domani il club amaranto discuterà l'appello alla Covisoc, chiedendo la riammissione al torneo cadetto. Gli amaranto confidano, insieme al Lecco, nel secondo grado di giudizio, l'ultimo all'interno dell'ordinamento federale. Saladini, che in questi giorni ha incontrato Gravina, spera in un ribaltone della prima sentenza, che ha comportato la bocciatura della domanda d'ammissione al campionato 2023/23.

Leggi anche

La contestazione

Come abbiamo avuto modo di informarvi, la Commissione di Vigilanza ha segnalato la Reggina principalmente per un punto, ovvero il concordato stipulato dal club col Tribunale di Reggio Calabria. La questione, oltre al pagamento dei 757mila euro che la società non aveva ottemperato entro il 20 giugno, sta nella stessa natura del piano di rientro. Con la sentenza di approvazione arrivata lo scorso 12 giugno, esiste la possibilità che i ricorsi portino a annullamento dell'omologa, entro i 30 giorni previsti per presentare reclamo.

Sappiamo già che il Brescia, lo scorso 17 giugno, aveva comunicato la presentazione di un ricorso, annunciato addirittura con un comunicato. «Brescia Calcio - si legge - comunica di aver depositato in data odierna alla Corte d’Appello presso il Tribunale di Reggio Calabria, il ricorso avverso la sentenza di omologa degli accordi di ristrutturazione e delle transazioni sui crediti fiscali e contributivi della Reggina 1914 Srl, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria in data 12 giugno 2023». Le rondinelle, retrocesse sul campo, hanno fatto e faranno di tutto per far estromettere la Reggina dalla Serie B e gli va dato atto, a prescindere dall'esito, da un impegno giuridico decisamente più forte rispetto a quello messo sui campi da calcio per evitare la Serie C. Non si hanno notizie, poi, se l'Agenzia delle Entrate o altri enti creditori abbiano o meno presentato reclamo.

Leggi anche

In ogni caso, dunque, esiste la possibilità che al piano di ristrutturazione dei debiti della Reggina venga tolta l'omologa, annullando la sentenza di primo grado che aveva permesso lo stralcio del 95% dei debiti con l'Erario. Dunque, se così fosse, sarebbe tutto da rifare per Felice Saladini: questo è il timore, sostanziale, della Federazione, ovvero ammettere alla Serie B una squadra con dei ricorsi pendenti sulla cancellazione di milioni di euro di debiti.

La struttura difensiva

La Reggina deve difendersi. Lo deve fare dai dubbi della Federazione, messi nero su bianco dalla Pec inviata lo scorso 30 giugno, che spiegava il perché la domanda d'ammissione fosse stata respinta; gli amaranto (e il loro team legale) faranno leva sulla forza della sentenza di primo grado che ha portato all'approvazione del concordato: sostanzialmente, per i creditori e per lo stesso stato, è meglio una Reggina che stralcia (una grossa) parte dei debiti, piuttosto che una Reggina fallita.

In queste ore, poi, le indiscrezioni dicono che la società amaranto, forse anche per rafforzare la propria tesi difensiva, abbia saldato i circa 750mila euro di pendenza, per dar prova a Gravina e alla Figc della propria solidità.

Leggi anche

Cosa può accadere

Difficile fare previsioni, seppur il quadro oggi pare abbastanza chiaro. Va detto, in ogni caso, che se l'appello (e quindi il secondo grado di giudizio) sull'omologa del concordato si fosse tenuto prima dell'appello alla Covisoc, la Reggina - in caso di conferma del piano - avrebbe molte più chances per ottenere l'ammissione.

Allo stato attuale, infatti, l'unica discriminante fra la sentenza che ha portato la Covisoc a estromettere gli amaranto dalla B e l'udienza di domani sarebbe il pagamento dei debiti con l'erario. Importante, certo, ma forse non sufficiente, stando alla motivazione per la quale la Covisoc ha escluso la Reggina lo scorso 30 giugno. In sintesi: per la Figc il concordato della Reggina, nonostante il pagamento, è ancora sotto osservazione, poiché passabile di revisione (negativa) in appello.

Leggi anche

Ecco, dunque, che la fiducia dei tifosi non va riposta tanto nella partita di domani (verdetto giorno 7) ma in quella che si giocherà al Collegio di Garanzia del Coni. Lì la decisione in appello del concordato dovrebbe essere di secondo grado (l'udienza dovrebbe tenersi il 12) e le tesi difensive della Reggina in caso di buon esito sarebbero decisamente molto più forti. La possibilità, dunque, è che il club amaranto dopodomani rimedi un'altra bocciatura, per poi giocarsi tanto al Coni intorno al 20 luglio. Tant'è che dalla Lega B trapeli una grande incertezza sul fronte calendari: sono forti le ipotesi che portano al rinvio della cerimonia prevista l'11 (come vi avevamo raccontato ieri) o all'utilizzo di X e Y in luogo di Reggina e/o Lecco.

Ritiro

Anche in virtù di questo, sono iniziate le prime (ufficiose) comunicazioni alla squadra. Chi è dentro la Reggina è convinto di spuntarla: il sogno sarebbe di farlo già il 7, la visione più realistica è però proiettata sul Coni a luglio inoltrato. Per questo, comunque, il ritiro della formazione di Inzaghi (tornato a Reggio Calabria) potrebbe partire a cavallo di metà luglio. Con lentezza, certo, e in un Sant'Agata ben lontano dagli antichi splendori, ma eppur si muove.

AGGIORNAMENTO ORE 20.35: La nota | La Reggina conferma: «Debiti saldati e ricorso presentato»