Il presidente amaranto a tutto campo: dai sogni d’inizio stagione al rapporto con Mimmo Praticò, fino alla maglia incriminata ed al sogno serie A: «Poi lascerò»
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Jeremy Menez è ufficialmente un giocatore della Reggina. L’annuncio è arrivato nel corso della conferenza stampa del presidente amaranto Luca Gallo, il quale ha dato anche i dettagli: tre anni di contratto e una decisione che sposa in pieno il progetto della Reggina. Menez sarà in riva allo Stretto nei prossimi giorni. «È il mio regalo per la promozione in serie B», ha detto un raggiante patron amaranto che si è soffermato su diversi aspetti.
La promozione in B
«Appena mi hanno detto che eravamo stati promossi, ho pensato alla gente di Reggio, ai bambini, alle nuove generazioni. Quando sono arrivato qui c’era un distacco verso le vicende della Reggina e pensavo molto alla nostalgia di un tempo che magari poteva non tornare più. Si pensava questo, ed era molto brutto. Al Sant’Agata, in ogni centimetro della struttura, sto facendo in modo che ci sia il nostro marchio per un senso di appartenenza alla città. Tutto si deve confondere e unire». Per il presidente «non è importante aver conquistato la B in pochi mesi, ma è merito di tutti, staff, dirigenti e calciatori, anche se il mio nome rimarrà scritto nei libri». Quanto alla decisione che ha condotto alla promozione, Gallo ricorda che «è stato qualcosa di abominevole. C’è stata la concreta possibilità che il campionato di C venisse annullato, questo era stato proposto da alcuni. Ringrazio la signorilità di Ghirelli, che io non conoscevo».
L’inizio stagione
«Forse all’inizio non eravamo favoriti. E probabilmente questo dipende dal fatto che io ero arrivato da poco nel mondo del calcio», spiega Gallo. Questo, per il patron amaranto, ha permesso che la Reggina «partisse a fari spenti, nessuno ci ha visti arrivare e quando ci hanno notato eravamo già troppo lontani, non ci hanno preso più. È stata una cavalcata vincente, forte, poderosa. Mi hanno detto che servivano anni per costruire una vittoria. Io ho sempre dichiarato di volerlo fare subito».
La ricostruzione
Gallo non si limita a parlare del campionato vinto, ma fa anche un’analisi del lavoro svolto appena giunto in città: «È facile costruire dove non c’è nulla. Il Sant’Agata era ridotto molto male, non c’era nulla, era fatiscente. Abbiamo lavorato per parecchio tempo per rimetterlo in sesto, abbiamo fatto un investimento a livello economico, di lavoro, tempo e soldi».
Questione stadio
«Ci sono tre istanze per lo stadio. Il credito sportivo di Abodi e altre due società», rimarca Gallo. Per tutti ci sono grandi potenzialità. Il presidente non ha dubbi: «Bisogna riprendere da dove si è lasciato».
La maglietta e il deferimento
«Sono stato deferito per 45 giorni e presumo di aver fatto qualcosa di grave. Mi ha infastidito la critica della stampa di Reggio. Fuori è normale che qualcuno si metta contro quella maglietta, ma dentro no. La Reggina deve essere una squadra antipatica, amata dentro le mura e odiata fuori dalle stesse», spiega Gallo.
Il rapporto con Praticò
Il presidente non fa mistero del suo rapporto con Mimmo Praticò: «Non ho nulla contro la famiglia Praticò, persone per bene e di cuore. Quando fai un acquisto al buio, senza visionare nulla, da imprenditore ti fai trascinare dal sentimento. Il calcio per me è sentimentale, non deve diventare come un’azienda».
Toscano e il mercato
Il patron parla del suo rapporto con Toscano: «Con lui ho un rapporto importante, è una persona molto diretta e quando ha qualcosa da dire lo fa senza giri di parole. Per me è il massimo. Sia lui che Taibi sono persone dirette, come le vedi. Quanto al mercato, contano le esigenze del trainer di concerto con il ds. Verranno presi giocatori importanti, bravi e forti».
Il progetto amaranto
Poi c’è spazio per il futuro: «Il 30% del progetto era arrivare in B. Il sogno è riportare la Reggina in A. Arriveremmo al 70%. Poi manca un 30%...». Tuttavia, le parole di Gallo guardano anche al momento in cui lascerà: «Quando andremo in A lascerò. Ogni cosa ha un inizio ed una fine. Sono stato accolto benissimo, sono arrivato dal nulla e quando arriverà il momento, andrò via».