Saltato il confronto fra l'acquirente degli amaranto e le istituzioni: l'imprenditore romano non è voluto scendere in Calabria, cala il gelo con l'amministrazione
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Reggio attende, con sempre più trepidazione. Nell'estate infinita che il popolo amaranto sta vivendo, si aggiunge una nuova pagina, subito successiva alle dichiarazioni rilasciate da Felice Saladini nella tarda serata di ieri a Sportitalia.
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Oggi, infatti, doveva esserci un incontro, chiarificatore, fra quella che potrebbe essere la nuova proprietà della Reggina e il sindaco ff Paolo Brunetti. Manuele Ilari era atteso a Reggio Calabria, per illustrare al primo cittadino i progetti potenziali e le argomentazioni da portare fra dodici giorni al Consiglio di Stato per salvare il sodalizio amaranto. Insomma, per conoscersi concretamente e capire se c'è anche solo la remota possibilità di un concreto futuro.
Nulla di tutto questo è avvenuto: all’ultimo secondo, Ilari si è tirato indietro, professandosi insicuro sullo sbarco a Reggio Calabria per motivi di sicurezza personale. Una giustificazione grottesca dell’imprenditore romano, probabilmente ideata dopo quanto accaduto ieri a Milano a Felice Saladini. In ogni caso, quanto successo pone di fatto una pietra tombale sul rapporto con le personalità che amministrano la città dello Stretto.
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Dubbi legittimi
Da giorni, infatti, a Palazzo San Giorgio (e non solo) si rincorrono i dubbi sulla reale solidità della cessione operata da Felice Saladini, le cui parole ieri a Sportitalia non hanno fatto che addensare i punti di domanda. L’uscita pubblica di Gravina dopo il Tar ha alimentato nell’amministrazione il timore che Reggio Calabria possa rimanere senza calcio qualora il Consiglio di Stato dia torto alla Reggina.
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E l’ennesimo confronto andato perso potrebbe spingere le istituzioni cittadine a ragionare più concretamente su un piano B, già comunque in cantiere, che possa portare i colori amaranto a non sparire totalmente dai radar del calcio italiano.