Tre sconfitte consecutive, quattro delle ultime cinque partite, una media punti da 0,6 a partita nel 2023. I numeri del recente periodo della Reggina sono, senza giri di parole, impietosi. I risultati, decisamente peggiori rispetto alle prestazioni effettive, mancano e, a queste latitudini, non è una novità. La storia delle ultime quattro stagioni, infatti, parla chiaro: fra gennaio e metà febbraio gli amaranto vivono (e hanno vissuto) la loro fase peggiore della stagione.

I numeri attuali li abbiamo elencati e, peraltro, non sono neanche i peggiori dal punto di vista statistico, specie se si considera il solo mese di gennaio. Nel 2021, facendo un paragone, la Reggina (allora allenata da Marco Baroni) incassò 2 punti in 4 gare (pareggi contro Frosinone e Salernitana, sconfitte contro Ascoli e Lecce). Nel 2022 si giocarono solo due partite: due ko (Monza e Brescia). Numeri negativi persino nello straordinario campionato del ritorno in B: la squadra di Toscano, a gennaio 2020, registrò i primi due ko della stagione (Cavese e Virtus Francavilla), battendo poi il Bisceglie in extremis e pareggiando col Bari.

Medie punti a confronto nel mese di gennaio delle ultime 4 stagioni

Reggina 2022-2023: 1 (3 partite, 3 punti: 1 vittoria, 2 sconfitte)
Reggina 2021-2022: 0 (2 partite, 0 punti: 2 sconfitte)
Reggina 2020-2021: 0,5 (4 partite, 2 punti: 2 pareggi, 2 sconfitte)
Reggina 2019-2020: 1 (4 partite, 4 punti: 1 vittoria, 1 pareggio, 1 sconfitta)

Cosa vuol dire tutto questo? Che la Reggina sta attraversando un problema che, da quattro anni, si ripresenta come una costante: un crollo totale nel mese centrale della stagione. Chiaro: parliamo di squadre molto diverse fra di loro, così diverse sono stati gli allenatori (Toscano a gennaio 2020 e 2022, Baroni nel 2021, Inzaghi oggi). C'è però l'evidenza di un picco negativo di rendimento, con cause davvero complesse da capire.

Polemiche

Alla flessione in campo, poi, è corrisposta sempre la conseguente pioggia di polemiche abbattutasi sull'ambiente. La squadra, dopo il ko di sabato col il Pisa, è stata contestata dalla Curva. Una scelta, quella del tifo organizzato, che ha spaccato ulteriormente la piazza, fra chi ha difeso e chi avallato il comportamento della Sud.

Chi si è schierato contro la contestazione è Massimo Taibi (qui le dichiarazioni integrali). «La maggior parte della tifoseria è con noi – ha detto Il Direttore sportivo – conosco bene la Curva, è legatissima alla squadra, ma ci sono spifferi che provano ad invadere il rapporto e qualcuno che mette le voci in giro. La contestazione di sabato non ha fatto bene». Una dichiarazione, rilasciata a Radio Antenna Febea, forte e netta, a cui è seguita un'ammirevole ammissione di responsabilità.

Come ne esce la Reggina da questo weekend? Un po', va detto, con le ossa rotte: Inzaghi e la squadra, leggendo fra le righe, non hanno assorbito benissimo il post-partita di sabato, anche in virtù di quanto poi scritto sui social dallo stesso allenatore, che ha ribadito - a tutti - il terzo posto in classifica (ora in coabitazione con Bari e Südtirol, ndr).

Razionalità

Tanta razionalità abbiamo avuto nel ragionare sui numeri e su cali ricorrenti, tanta speriamo di averne avuta nell'analisi della scorsa settimana. Tanta ce ne mettiamo nell'evidenziare come l'ultimo mese vissuto dalla Reggina sia ben distante dai precedenti sei. Sono arrivate tante sconfitte, si è condotto un mercato che non ha (ad oggi) rinforzato l'organico e si è aggiunta la querelle legata al possibile deferimento. Un tris di eventi che hanno destabilizzato una piazza ormai abituata (in maniera malsana) tanto ai picchi di esaltazione quanto a quelli depressivi.

Tutti, probabilmente, vorrebbero una risposta che arrivi dal campo ma, forse, ne servirebbe più una che arrivi dalla dirigenza. Qualcosa che abbassi i toni e che rassicuri tutti, che dia anche coraggio ad una squadra che ha qualche problemino di fiducia (le tante occasioni sotto porta regolarmente cestinate ne sono esempio). Serve, insomma, che Proprietà o Presidenza tornino a far sentire con forza la propria voce, spegnendo il brusio di malcontento che sta avvolgendo squadra e staff. Spazzando via i pensieri e le parole di chi dà per già rotto un giocattolo che, fino a Natale, tutti i bambini avrebbero voluto sotto l'albero.