È successo di tutto fra i due protagonisti dell'estate amaranto. L'imprenditore lametino annuncia: «Ho assunto nuovamente il controllo della Reggina 1914». Ma poco dopo arriva la smentita da parte di Ilari. Intanto a Roma si decide sulla Serie B
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È arrivato il giorno del giudizio. Oggi la Reggina 1914 saprà se potrà continuare a fare calcio professionistico, se potrà continuare a giocare in Serie B. O se, invece, dovrà ripartire dai dilettanti: spetterà al Consiglio di Stato la decisione, che sarà presa entro la serata odierna, salvo colpi di scena.
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La sentenza chiuderà una parentesi di difficile lettura, coronata da una notte pre udienza semplicemente allucinante. Di chi sia la Reggina oggi, infatti, non è dato saperlo. La politica ha continuato a intervenire sulle vicende amaranto, producendo una serie febbrile di novità nella tarda serata del 28 agosto.
A fornire la fotografia delle ostilità ci hanno pensato i due volti chiave della vicenda: alle 23:59 Felice Saladini, infatti, scriveva sul suo profilo Facebook: «Ho assunto nuovamente il controllo della Reggina 1914 con l’obiettivo di mettere ordine. È un atto doveroso nei confronti di Reggio Calabria. Sono convinto di aver operato nel rispetto delle norme. Domani giocheremo la nostra partita più importante per difendere la Reggina. Ringrazio l’on. Francesco Cannizzaro, che è stato sempre vicino alla Reggina, lavorando in modo silente per difenderla».
La risposta di Manuele Ilari, sulla mail redazionale, arriva poco dopo, alle 00:03: «Attendiamo fiduciosi l’esito del Consiglio di Stato. Non ho ceduto le quote a nessuno. Valuterò il da farsi dopo la pronuncia della giustizia amministrativa».
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Verità
La verità? Chissà qual è. Raramente nel mondo del calcio si è assistito a uno spettacolo del genere, del quale forniremo un pensiero solamente dopo la sentenza del Consiglio di Stato. A bocce ferme si valuterà e ci si esprimerà su quando successo negli ultimi mesi, sebbene la notte che ha preceduto l'udienza non si dimenticherà facilmente.
Reggio Calabria adesso attende, nel giorno del giudizio della sua squadra. I tifosi nutrono fiducia: qualcuno è partito, sarà a Roma, fuori dal tribunale in cui si deciderà se cancellare la Reggina dal calcio professionistico italiano. È l'ultima sentenza, perlomeno l'ultima a poter spostare gli equilibri sul piano sportivo. La città dello Stretto l'ha aspettata nervosamente: negli ultimi giorni ha assistito a un fascio di polemiche di rara intensità. C'è stanchezza in merito: sembrano passate ere geologiche dalla notte di Bolzano, l'ultima vera occasione in cui si è parlato di calcio a queste latitutidini.
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Col fiato sospeso c'è anche il Brescia, dove qualcuno è addirittura certo del rientro in Serie B. Cellino ha giocato la sua battaglia al massimo delle possibilità: ha ostruito la strada alla Reggina ogni qual volta se n'è presentata la possibilità, con ricorsi e lavoro politico certosino per riprendersi una categoria calcistica persa sul campo quattro mesi fa. In ogni caso, i lombardi fremono come fremono i reggini, convinti di poter rientrare in B dalla porta di servizio.
Oggi il Consiglio di Stato decide, in un clima paradossale viste le ultime ore amaranto, che inevitabilmente rischiano di influire giudizio finale.