Aveva chiesto di poter assistere da bordocampo alla partita vicino alla panchina della squadra di cui è presidente onorario, alla luce della sua condizione di disabilità che lo costringe da diverso tempo sulla sedia a rotelle. Non è stato ammesso poiché non in distinta, ma soprattutto per tutelare la sua incolumità fisica.

Il fatto è accaduto domenica scorsa prima del match tra Guardavalle e Rosarno del campionato di Promozione B e ha avuto come protagonista da una parte Vincenzo Soverino, presidente onorario dell’Aisla, mainsponsor del club giallorosso, residente ad Asti e ospite del Guardavalle, suo paese natio, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, dall’altra l’arbitro Danilo Frascà, giovane e promettente fischietto della sezione di Locri.

Una situazione risolta soltanto dopo l’intervento dei carabinieri, i quali hanno presidiato la postazione di Soverino vicina all’area tecnica del Guardavalle.

Un caso che è diventato in poche ore anche politico, con il presidente del consiglio comunale Pino Ussia che ha inviato una lettera all’Aia di Locri, sottoscritta anche dal sindaco Giuseppe Caristo, per esprimere tutto il disappunto dei padroni di casa. «Per la prima volta dopo trent’anni di sport, torno a casa deluso, amareggiato ed umiliato non tanto per il risultato che è stato negativo per il Guardavalle contro il Rosarno – si legge nella missiva del presidente del civico consesso - ma per il comportamento arrogante, presuntuoso ed ingiustificato della terna arbitrale. Una giornata triste per noi amministratori, noi dirigenti, noi tifosi, noi cittadini, perché abbiamo assistito ad un gesto che va contro i nostri valori di sensibilità e attenzione a chi è meno fortunato di noi».

Non si è fatta attendere la replica dell’associazione italiana arbitri locrese, guidata da Anselmo Scaramuzzino, che ha inteso chiarire l’equivoco invitando formalmente Soverino a Locri per una stretta di mano e una riflessione sulle tematiche inclusive tra associazioni. «L’arbitro incaricato a dirigere la gara in questione è un giovane diciasettenne dalla condotta sempre esemplare oltre a possedere animo sensibile ed altruistico – ha spiegato il presidente dell’Aia di Locri - Siamo sempre al fianco di chi è meno fortunato di noi e abbiamo il dovere di non mettere a rischio l’incolumità di chi, non per propria volontà, si trova nell’impossibilità di ripararsi da possibili pallonate e altri accidentali urti che possono verificarsi in una gara di calcio. Capisco la preoccupazione riguardo alla richiesta di sosta per la persona in carrozzina tra le panchine durante la partita e mi scuso personalmente se la decisione correttamente adottata è stata percepita come mancanza di sensibilità. La mia priorità e quella dei nostri arbitri, è sempre quella di garantire la sicurezza e il regolare svolgimento del gioco; in quel momento il giovane arbitro avrà valutato che la presenza di una persona in carrozzina in quell’area di gioco potesse creare un rischio per la sua stessa incolumità, quindi tutelandola».