La nuova realtà nasce dalla fusione tra il Gallico Catona e il Val Gallico. Il dirigente, ex dg del Capo Vaticano, è pronto a tuffarsi in questa nuova sfida: «C'è tanto entusiasmo»
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È iniziata ufficialmente a nuova Era Val Gallico Calcio. Dopo le voci delle scorse settimane, infatti, è divenuta realtà la fusione tra il Gallico Catona e il Val Gallico con la conferenza stampa di presentazione avvenuta qualche giorno fa e presieduta dai due co-presidenti Gianluca Califano e Antonio Lo Presti.
Un nome, quello scelto, volto ad abbracciare l'intero territorio e riprendersi il senso di comunità, uniti tutti insieme verso un unico obiettivo. Ora bisogna pianificare il calciomercato il quale sarà gestito dal direttore sportivo Enzo Verduci. Dopo la bella annata al Capo Vaticano, infatti, lo stesso è pronto ad una nuova e affascinante sfida che porta con sé ambizioni di vertice. Ecco le sue prime parole: «Era da anni che se ne discuteva, anche perché il territorio di Gallico è abbastanza vasto e soprattutto ha una storia dietro dal momento che ha alle spalle ben undici stagioni consecutive in Eccellenza e dunque abituato a stare nel massimo campionato regionale. Purtroppo due anni fa perse la categoria tramite playout dopo tanti anni ad alto livello e, nella stagione appena trascorsa, è ripartito come Gallico Catona poi però, a causa di alcune vicende che si sono succedute, non ha potuto continuare a fare un campionato di vertice».
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Adesso la voglia è rinnovata, spinta anche dall'entusiasmo di questo nuovo progetto, come afferma lo stesso Verduci: «Stiamo strutturando tutto nei minimi particolari in modo maniacale, come piace a me, e soprattutto partendo da grosse motivazioni che vogliamo dare all'ambiente. Nell'ultimo biennio c'è stato un po' di scoramento, ma adesso sembra essersi risvegliato qualcosa e, proprio per questo, cercheremo di costruire una rosa competitiva».
Lavorare senza proclami insomma anche perché, come ha detto il ds nella conferenza stampa di presentazione: «A maggio siamo tutti protagonisti ma il cavallo buono si vede alla fine della corsa». Lo stesso ha spiegato meglio quanto detto: «Quando si parte si cerca di partire con entusiasmo e si vuole subito cercare di vincere, ma le annate poi possono prendere pieghe inaspettate e imprevedibili. Vicende varie che possono accadere nell'arco di un anno e che la società non può intuire e che poi vanno ad incidere sul rendimento di una squadra. Per fare bene, insomma, bisogna che tutto vada nel verso giusto come è successo a me a Capo Vaticano, club che colgo l'occasione di salutare e ringraziare e con cui si è fatta una stagione di alto spessore».