Il Giudice sportivo ha omologato la partita fra lo Sporting Cz Lido e l'Archi, con una decisione che desta perplessità alla luce di quanto accaduto fra pugni, calci e le dichiarazioni delle società
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Una storia che lascia perplessità e che risulta difficilmente comprensibile. Una storia dalla quale il calcio calabrese non ne esce bene. Ci riferiamo alla partita fra lo Sporting Catanzaro Lido e il Comprensorio Archi, di sabato scorso, 25 febbraio, sospesa sul risultato di 2-2. O meglio, tutti pensavamo che fosse stata sospesa, a due minuti dal termine, per una rissa scoppiata davanti alla panchina della squadra di casa, ma in realtà poi si è scoperto che così non è stato, perché il Giudice sportivo, a sorpresa e con grande sconcerto, ha omologato il risultato finale. Ma riepiloghiamo i fatti, attraverso il Comunicato numero 121 del Cr Calabria.
Il Comunicato ufficiale
Dalla lettura dello stesso emerge che il Comprensorio Archi è stato sanzionato con un’ammenda di 300 euro “per avere un proprio tesserato colpito con calci pugni i componenti della panchina, causando una colluttazione con tesserati della società avversaria”. Una multa è stata inflitta anche allo Sporting Cz Lido “per avere propri tesserati preso parte ad una colluttazione con tesserati della società avversaria”. Per quanto riguarda, invece, il calciatore del Comprensorio Archi, Giovanni Tegano, lo stesso è stato squalificato per 5 giornate “per avere, a seguito del provvedimento di espulsione per somma di ammonizioni, colpito con calci e pugni i componenti della panchina della squadra avversaria causando una colluttazione tra alcuni componenti di entrambe le squadre”. Questi i fatti, avvenuti a due minuti dal termine. Per entrambe le società in oggetto, l’arbitro ha sospeso la partita. La società dello Sporting Cz Lido sulla propria pagina Facebook (visibile tuttora) ha espressamente scritto di “gara sospesa”. E non solo: la società dell’Archi, in una nota inviata a tutti gli organi di stampa, dove forniva la propria versione su quanto accaduto, ha testualmente scritto di “incontro sospeso dall’arbitro”.
Il referto arbitrale
A fine gara l’arbitro rilascia alle società il referto con il risultato, i provvedimenti disciplinari e le sostituzioni. Siamo venuti in possesso di questo referto e come si può notare in alto a destra, accanto al risultato fra parentesi c’è scritta la parola “sosp”.
Rimane, quindi, un vero e proprio mistero sul perché il confronto sia stato omologato se invece entrambe le società parlano e scrivono di “incontro sospeso” e lo stesso arbitro abbia fischiato in anticipo la fine della gara: almeno questo è sembrato a tutti i presenti. E non solo: perché nel referto fornito alle società c'è scritta quella parola "sosp" e poi al Giudice sportivo è stata fornita, evidentemente, un'altra versione? Il Giudice sportivo nel momento in cui ha omologato il risultato, lo ha fatto perché, evidentemente, il direttore di gara nel referto ufficiale (che fa fede) avrà probabilmente scritto che la gara si è conclusa regolarmente. Ma chi era al campo sportivo, quel giorno, ha capito tutt'altro. Tant'è che tutti parlano di gara sospesa. Chi o cosa ha fatto cambiare idea all'arbitro? E per quale motivo? Ce n'è abbastanza per attivare ulteriori indagini su una situazione che non può finire così.
Le dichiarazioni di Tarantino
Sulla vicenda è intervenuto il presidente dello Sporting Cz Lido, Domenico Tarantino, il quale sulle pagine del Quotidiano del Sud ha dichiarato quanto segue: «L’arbitro aveva dichiarato la sospensione della partita a tutti, sia a noi che a loro, ma evidentemente qualcosa o qualcuno ha ribaltato ciò che l’arbitro aveva deciso prima. Nel rapportino dell’arbitro è scritto che la gara è stata sospesa. E poi ha ritrattato. Qui c’è una persona che ha preso cinque giornate di squalifica perché sarebbe andato verso la panchina avversaria a tirare calci e pugni. Noi non abbiamo fatto nulla e nonostante tutto ci è stata anche negata la possibilità di giocare gli ultimi minuti di gara. Sono molto amareggiato». Ed infine: «Abbiamo seri dubbi nel credere alla giustizia sportiva». E su quest’ultimo passaggio non è il solo a manifestare dubbi.