Una nuova matricola, l’AEK Crotone, si appresta ad affrontare il prossimo torneo di Promozione calabrese e lo farà gareggiando nel girone A. In effetti è un ritorno, dopo la retrocessione in prima categoria, all’epoca come Real Fondo Gesù Crotone, con il cambio di denominazione nell’attuale AEK Crotone: «Un cambio di denominazione per coinvolgere tutta la città - per come ci spiega il presidente Raffaele Bossi -, qualcuno non si avvicinava alla squadra magari perché la considerava una squadra di quartiere. Certo, nasce come tale ma, con il cambio della denominazione, abbiamo voluto coinvolgere tutto il contesto crotonese, provincia compresa. Consideriamola insomma una strategia per avvicinare ancor di più la città alla propria seconda squadra.

Le radici restano sempre quelle, infatti, il Real Fondo Gesù è la madre dell’AEK Crotone». Con il cambio di denominazione, arriva anche la vittoria del campionato di prima categoria girone B con 68 punti in 26 gare e un +12 sulla seconda in classifica (Silana ndr): «Venendo dalla delusione della retrocessione precedente, abbiamo progettato una squadra convinti di vincere il campionato già ad agosto cercando di eliminare ogni margine di errore».

Testa ora alla Promozione, conferma in panchina per mister Francesco Maiolo ma il profilo della squadra crotonese non si esalta, con tanta modestia e con le idee chiarissime. «Nessuno pensi che non vogliamo farci identificare. Lo scorso anno mi sbilanciai chiedendo coppa e campionato e così fu. Oggi non ci sbilanciamo, non vorrei illudere le persone a me vicine. Se dicessi di voler una squadra per vincere il campionato e poi non accadesse? È bello partire con i piedi per terra, faremo il nostro campionato con umiltà. Durante la stagione tante cose possono cambiare. Non dimentichiamo il calcio mercato di dicembre, periodo in cui valuteremo la nostra posizione analizzando tutto e da lì si penserà in modo concreto di come finire la stagione. Unica certezza senza paura di sbilanciarmi è che non sarà una squadra che lotterà per evitare la retrocessione».

Per quello che può valere il calcio di agosto, ci sono squadre che si distinguono sul mercato: «Vedo che due o tre squadre si stanno rinforzando spendendo tanto. Lo trovo un po’ eccessivo in promozione, è come se noi dessimo i nostri sforzi economici a giocatori che poi alla fine sono semplici giocatori. Secondo me facciamo il loro gioco a rialzo, da me più di un giocatore ha ricevuto un no, ho detto no per principio perché non devo essere io sotto scacco del giocatore. Faccio le mie valutazioni e propongo un rimborso congruo per le qualità del calciatore. Sono nel calcio da due anni, non ci vuole tanto per capire chi sono gli attori principali di questi campionati regionali, sono gli stessi che girano e si alzano i loro contratti a proprio piacimenti trovando la città di turno che li accontenta. Con me non è così, la tua garanzia deve essere venite a giocare con ordine, disciplina, professionalità e competenza dal primo all’ultimo giorno, sicuramente durante l’anno se c’è qualcosa da dare sarà fatto, non puoi venire a dire io sono tizio e mi devi dare tanto. Alla fine, so anche che, se non li accontento io, si sarà sempre un altro che cederà. Non è una valigia di soldi che può determinare il risultato e, con l’introduzione dei contratti che equipara i giocatori a lavoratori sportivi, le società devono stare attente, ora più che mai obbligate a rispettare ogni aspetto indicato».