Il capitano dei locresi chiarisce quanto accaduto nel corso del derby reggino: «La mia è stata una reazione sbagliata a un episodio di gioco altrettanto grave ma ignorato nel racconto mediatico dei fatti»
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«Con il cuore pesante e lo sguardo rivolto a tutti coloro che amano questo sport, sento il dovere – umano prima ancora che sportivo – di chiedere pubblicamente scusa per quanto accaduto durante la gara tra A. C. Locri 1909 e Reggina 1914». Così Davide Aquino, a distanza di quasi una settimana dal derby tra Locri e Reggina, chiude le polemiche e gli strascichi che hanno caratterizzato da subito il dopo partita, con prese di posizione, botta e risposta, che hanno animato soprattutto le bacheche social dei tifosi delle due squadre.
«Il gesto dello sputo rivolto a Thiago Capomaggio è vile, deprecabile e non trova alcuna giustificazione. Non appartiene né ai miei valori di uomo né a quelli del calciatore che sono sempre stato e cerco quotidianamente di essere. Lo condanno fermamente, prima di tutto io stesso, perché so bene che non si può e non si deve rispondere ad alcuna provocazione o scorrettezza con un simile comportamento». Aquino prova quindi a spiegare la genesi di dinamiche che, ancorché sbagliate, si generano in campo a causa della tensione, delle attese e di colpi bassi spesso invisibili.
«Tuttavia, ritengo doveroso offrire un chiarimento: quel gesto – ripeto, ingiustificabile – è stato la reazione sbagliata a un episodio di gioco altrettanto grave ma colpevolmente ignorato nel racconto mediatico dei fatti. Poco prima, infatti, avevo ricevuto un pugno nello stomaco da parte dello stesso Capomaggio, che mi ha fatto cadere a terra. Un episodio che nessuno ha evidenziato, ma che non può e non deve essere omesso se si vuole comprendere il contesto, senza per questo mai voler giustificare quanto accaduto».
Nel proseguo della nota stampa a cui ha affidato le sue scuse, Aquino racconta di aver incontrato i vertici della Reggina 1914 subito dopo la gara, porgendo le proprie scuse «dirette e sincere», mosso dal profondo dispiacere per l’accaduto. «So riconoscere quando sbaglio e sento la responsabilità delle mie azioni, specie perché porto la fascia da capitano e rappresento non solo la mia squadra, ma anche i valori del nostro sport. Ciò che però non posso accettare, e che voglio denunciare con fermezza, è il clima di odio e violenza verbale che si è scatenato nei giorni successivi. Ancora più inaccettabile è che tali violenze siano state alimentate da chi dovrebbe invece essere guida, voce pacata e professionale dell’informazione. Alcuni “giornalisti-giornalai” si sono resi protagonisti di una vera e propria caccia all’uomo, più interessati a cavalcare l’onda dell’odio che a trasmettere i valori autentici di sportività, rispetto e verità».
«L’A. C. Locri 1909 e la mia famiglia – rimarca Aquino – non devono essere trascinati in questa centrifuga mediatica. La società che rappresento, così come le persone che mi sono accanto, nulla hanno a che fare con il mio errore personale, di cui mi assumo ogni responsabilità. Nel corso degli anni, compagni e avversari hanno imparato a conoscermi: la mia grinta in campo è nota, ma lo sono anche la mia correttezza, lealtà e il rispetto verso chi indossa una maglia diversa dalla mia. Valori che continuerò a difendere, con ancora più forza dopo questo episodio che mi ha colpito e fatto riflettere profondamente».
«Rinnovo le mie scuse alla Reggina 1914, a tutti i tifosi – conclude Davide Aquino – agli amanti del calcio pulito e soprattutto a chi ha creduto e crede ancora nell’uomo e nel calciatore che sono».