Dopo aver tagliato il traguardo al decimo posto nel triathlon femminile categoria PTVI alle Paralimpiadi di Parigi 2024, la calabrese Anna Barbaro e la sua guida Charlotte Bonin hanno condiviso le loro emozioni a caldo durante un'intervista con Rai Sport.

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L'atleta reggina ha voluto esprimere la sua soddisfazione per essere riuscita a partecipare a questa competizione, nonostante le difficoltà personali e fisiche affrontate negli ultimi mesi. «Sicuramente la nostra vittoria è essere qua oggi, a gareggiare. Poi, quello che veniva abbiamo cercato di dare tutto. Io sono "morta" a un certo punto – ha dichiarato Anna Barbaro – però dopo varie vicissitudini fisiche, personali e private, sono felicissima di questo risultato. Ringrazio le nostre famiglie, perché quando mi sono trasferita ad Aosta, la famiglia di Charlotte mi ha accolto e mi ha aiutato tantissimo, insieme alla mia, per arrivare fino a qua. La nostra vittoria più bella è stata questa. Volevamo arrivare davanti a qualcuna, ma faccio il mea culpa: il problema sono stata io. Quindi chiedo scusa a Charlotte, ma lo faccio più che altro perché lo volevamo insieme».

Anche Charlotte Bonin, la sua guida, ha espresso sentimenti misti riguardo alla gara: «Sì, beh, noi siamo molto contente di essere qui, ma Anna sa benissimo che può dare di più. Oggi non sono contenta dell'ultima frazione che abbiamo fatto, perché nel nuoto e nella bici ce la siamo giocata, ma Anna non ha dato il suo meglio nella corsa. Siamo contente di essere qui, ma oggi non ci siamo giocate al meglio le nostre carte. Ringraziamo chi ci ha dato l'opportunità di essere qui con una invitation; volevamo dimostrare il nostro valore. Siamo contente, però l'ultima parte non è andata come doveva».

Nonostante il piazzamento fuori dal podio, Anna Barbaro ha dimostrato di voler guardare al futuro con ottimismo: «Vedremo se ci saranno altre occasioni. Non mi butto giù troppo: ho quarant'anni, e nella mia categoria sono arrivate delle giovincelle che "te le danno". Hai visto Francesca? Ringrazio anche lei, perché ha tenuto alto l'onore prendendo la mia medaglia di nuovo, qua a Parigi».