Le atlete Anna Barbaro e Vincenza Petrilli scrivono a Tokyo una pagina storica per la Calabria che è condizionata dalle infrastrutture sportive carenti. L’impegno del Coni e del Comitato paralimpico
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«Un risultato davvero straordinario, destinato a segnare la storia paralimpica italiana e calabrese. Sono infatti le prime due medaglie conquistate da atlete calabresi dalle storiche prime Paralimpiadi che ebbero luogo a Roma nel 1960, quelle vinte a Tokyo da Anna Barbaro e Enza Petrilli, rispettivamente nelle discipline paralimpiche del Thriatlon e del Tiro con l’arco. Abbiamo rischiato di segnare una tripletta con Raffaella Battaglia che, nella squadra nazionale di Sitting Volley, si è difesa bene pur non arrivando sul podio. Tutte e tre le nostre atlete hanno segnato un traguardo storico per la nostra comunità». Così il presidente del comitato paralimpico calabrese, Antonello Scagliola, ha commentato il successo italiano conseguito a Tokyo dalle tre atlete paralimpiche calabresi in gara, tutte originarie del reggino: Anna Barbaro di Reggio, Enza Petrilli di Taurianova e Raffaelle Battaglia di Villa San Giovanni.
«Anna Barbaro e Enza Petrilli rappresentano un orgoglio per la Calabria e per Reggio, uno slancio importante e prezioso verso risultati sempre più prestigiosi che anche i nostri atleti olimpici e paralimpici meritano», ha sottolineato il presidente del Coni Calabria, Maurizio Condipodero.
Lo sport in Calabria, un atto di perseveranza
Le sorridenti e medagliate Anna Barbaro e Enza Petrilli, regine a Tokyo, e anche Raffaella Battaglia, che ha rappresentato la nostra regione nella nazionale di Sitting volley, hanno regalato alla Calabria e all’Italia un sogno meraviglioso.
Un trionfo che inorgoglisce, che certamente valorizza la passione e il talento delle atlete paralimpiche calabresi, che mette anche in luce la loro tenacia e dedizione in una regione in cui fare sport diventa un atto di grande perseveranza poiché le strutture pubbliche impegnate nei percorsi riabilitativi incentrati sullo sport latitano.
«La pandemia ha messo in evidenza la carenza di impianti sportivi laddove l’emergenza sanitaria ha richiesto che le palestre scolastiche fossero destinate ad altro, sottraendole anche all’utilizzo delle società sportive nelle ore pomeridiane. Con il Coni e con Sport e Salute siamo impegnati per sollecitare le Istituzioni a tutti i livelli affinché realizzino e mettano a disposizione impianti sportivi efficienti e accessibili a tutti. Non si può prescindere dalle strutture, ricettacolo di sport, salute e benessere. Il Cip Calabria ha pubblicato di recente una manifestazione di interesse per strutture riabilitative affinché avviassero con il nostro contributo economico dei percorsi di formazione del personale incentrati sullo sport come forma di riabilitazione sociale e fisica. Ha aderito una sola struttura di Crotone. Non demordiamo e, puntando su questa generale voglia di ripresa, contiamo di riproporre l’avviso. Il successo conseguito a Tokyo ci consegna la responsabilità di operare per la diffusione di una cultura paralimpica sportiva, non mossa da compassione ma da dedizione, rigore e disciplina. I tempi sono maturi e la sfida che ci attende è culturale e finalizzata alla promozione dello sport che, includendo, in realtà si arricchisce di una dimensione sempre più plurale di cui il sistema infrastrutturale deve essere all’altezza. Questi successi a Tokyo devono spingerci a fare meglio. Dobbiamo fare di più, in Calabria, puntando anche sui semi coltivati nelle università calabresi», ha sottolineato il presidente del comitato paralimpico calabrese, Antonello Scagliola.
Programmazione e coordinamento
Il panorama generale dello sport in Calabria presenta notevoli criticità con pochi impianti sportivi, non sempre molto attrezzati. Complice anche la distribuzione dei fondi regionali lontana, denuncia il Coni Calabria, dagli effettivi bisogni e da grande potenzialità dei territori e delle comunità che vivono lo sport.
«Non c’è coordinamento tra chi distribuisce le risorse e chi è in grado di spiegare cosa accade nel mondo sportivo. Programmare senza conoscere l’argomento alimenta un meccanismo clientelare che non fa, ovviamente, crescere lo sport. Abbiamo ottenuto dei risultati straordinari a Tokyo, seppure solo nelle paralimpiadi, ma restiamo sempre indietro perché gli enti territoriali non programmano in modo adeguato, non distribuiscono le economie nel modo coerente come lo sport, diritto della cittadinanza e non concessione della politica, richiede. Riteniamo che non sia questo il metodo per procedere e ci impegneremo per sollecitare un cambiamento di linea.
Confidiamo nella prossima amministrazione regionale affinché sia conseguita quella svolta che consenta allo sport di essere anche quel volano economico che ha dimostrato di essere a Crotone nel 2019, con centomila presenze in cinque giorni in occasione del Trofeo Coni Kinder. Lo sport, infatti, non solo è salute, crescita umana e sociale ma anche economia e sviluppo», ha concluso Maurizio Condipodero, presidente Coni Calabria.