Il patron della società reggina: «Fanno sacrifici enormi». E sul campionato: «Ricordo a tutti che la squadra è stata costruita per salvarsi»
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
«Ho letto qualche commento negativo ma per avere un giudizio completo sarebbe opportuno assistere alle gare e poi lasciarsi andare in eventuali critiche o elogi»: inizia così l’intervento di Francesco Sergi, patron della Palmese, con il quale intende chiarire alcuni aspetti e, probabilmente, rispondere ai soliti leoni da tastiera che in questi casi non mancano mai. Inevitabilmente basta una sconfitta o una vittoria per passare dalle critiche agli elogi e viceversa. Senza alcun equilibrio, che mai come in questi casi sarebbe opportuno, considerando dov’era la Palmese (anzi, dove ormai non era più) nell’estate del 2021. Una Palmese tornata nel massimo torneo dilettantistico calabrese solo per la passione (ma sarebbe opportuno chiamarla anche “follia”) di Francesco Sergi.
«La spinta per andare avanti me la danno soprattutto quei venti, trenta ragazzi sempre al seguito della squadra – aggiunge Sergi – e ne vado fiero di questo. Domenica sono partiti da Palmi con il treno, per arrivare poi allo stadio di Sambiase con il pullman, sfidando il maltempo. Qui hanno cantato per tutta la gara, sostenendo la squadra dal primo all’ultimo minuto. Questa si chiama fede. Potevano stare dietro una poltrona, potevano stare al caldo, potevano stare a casa, visto che si diceva che ci sarebbero stati tafferugli, invece impavidi e con cazzimma, sono stati presenti. Ebbene: hanno la mia infinita stima. Sono il futuro della Palmi neroverde e li invito a non mollare mai questa mentalità».
Tornando alla partita «abbiamo giocato contro una delle migliori squadre allestite per vincere e anche con molte defezioni i giallorossi restano sempre forti. Ho visto una partita tirata dove nessuno riusciva a farla sua, poi abbiamo preso gol per un errore individuale, ma siamo rimasti in partita, accorciando le distanze su rigore. Onore al Sambiase, che rimane la favorita numero uno per la promozione. Noi quest’anno, e lo avevamo detto, abbiamo cercato di fare una squadra con l’obiettivo di ottenere la salvezza, perché dopo due anni in cui abbiamo speso un patrimonio per riportare la Palmese dalla 1ª categoria all’Eccellenza, con sforzi individuali, dovevamo guardare al bilancio. Non ci aspettavamo che fosse così dura quest’anno ma gli obiettivi erano e restano quelli». Ed infine: «A tutti quei tifosi da salotto ai quali piace subito criticare, consiglio di prendere esempio da quei giovani palmesi puntualmente al seguito della squadra: loro sì che sanno cosa vuol dire amare seriamente la Palmese».