Italvolley

Oro per la pallavolo femminile a Parigi, c‘è un po‘ di Calabria nel sogno olimpico di Ekaterina Antropova

L'atleta nata in Islanda si è trasferita giovanissima a Reggio per iniziare la carriera nel volley. Poi il viaggio verso Sassuolo e il lungo iter per ottenere la cittadinanza italiana

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di P. P. P.
11 agosto 2024
15:21
Ekaterina Antropova
Ekaterina Antropova

«Il mare è importante per una ragazza che viene da San Pietroburgo». Il mare menzionato nella battuta di mamma Olga, Ekaterina Antropova lo ha trovato in Calabria. A Reggio («ospitate da Dina Yasakova, grande pallavolista russa poi venuta a mancare», racconterà ancora sua madre) è arrivata da giovanissima, passaggio radente prima che il destino la portasse altrove per coltivare passione e talento per il volley. Prima a Novara e poi a Sassuolo: è qui che la famiglia incontra Carmelo Borruto, presidente delle Green Warriors Sassuolo che ha lottato per darle l’opportunità di giocare in Italia.

Un percorso a ostacoli: cavilli burocratici e regole federali lo rendono complicato. Diventa italiana nel 2023, esordisce agli Europei e subito si rivela fondamentale per le azzurre. Che fosse un opposto fenomenale era già chiaro per tutti da quando si era abbattuta come un meteorite sul campionato di A2.


Dal pomeriggio di oggi lo sa tutto il mondo: è suo, probabilmente, il punto più bello e difficile del match, una diagonale impossibile chiusa in tre metri nel secondo set. Dall'Islanda, dove è nata nel 2003, al mare dello Stretto per spiccare il volo verso la gloria olimpica a Parigi. Un sogno d'oro sul quale risuonano, prima dell'inno di Mameli, le note de "Il cielo è sempre più blu" di Rino Gaetano. Un altro pezzetto di Calabria nel trionfo azzurro.

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