Cresce la tensione fra i club di Serie B per i mancati, ma giustificati, pagamenti del club amaranto. Il punto sulla situazione
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Ventiquattr'ore complesse da vivere per Marcello Cardona e la Reggina. Nella giornata di ieri, a Milano, si è tenuta l'Assemblea dei club di Lega B. Un momento in cui il club amaranto, suo malgrado, è stato protagonista. Ricostruiamo la vicenda.
Gli antefatti
Com'è noto, nelle ultime settimane è balzato all'onore delle cronache l'impossibilità da parte della società di Felice Saladini di pagare le ricevute Irpef. Una cifra vicina ai 3 milioni di euro, inerente a un numero imprecisato di mensilità. Un saldo che andava effettuato entro il 16 febbraio, ma che il club non ha potuto onerare: a dicembre è stato stipulato un concordato con il Tribunale, un accordo - che deve però ancora avere il timbro definitivo - che vincolerebbe le spese della Reggina al parere del giudice. Da qui nasce l'impossibilità, per semplificare il tutto, di incorrere in pagamenti straordinari: da acquisti di calciomercato (il saldo a gennaio è stato zero fra entrate e uscite proprio per questo) a pagamenti di contributi. Al momento, l'unica cosa a essere autorizzata sono gli stipendi.
Le parole del dg del Brescia
Tutto ciò, però, sta facendo innervosire gli altri club. Su tutti, chi si è esposto per primo è il Brescia, penultimo in classifica, da settimane in caduta libera. Ieri, in conferenza stampa, il DG Luigi Micheli ha lanciato il sasso nello stagno: «La Reggina da marzo non sta pagando l’Irpef, ma solo gli stipendi. Secondo noi e altre società va esclusa dal campionato. Da noi queste cose non succedono. Può darsi siano stati fatti degli errori, ma paghiamo noi tutto».
Nelle stesse ore, durante l'Assemblea, il caso emergeva anche a Milano, alla presenza del Presidente Cardona. La risposta è stata sempre la stessa, ovvero che l'impossibilità a procedere al pagamento non dipenderebbe dalle volontà del club, bensì dal suddetto accordo con il Tribunale. Ad oggi, nei fatti, è molto probabile - per non dire certo - che il deferimento dalla Figc arrivi. Il montare del nervosismo dei club rende logico che il caso venga analizzato a fondo, resta da capire come si difenderà la Reggina. In una situazione ordinaria, la squadra sarebbe già certa del -2 in classifica nel migliore dei casi, ovvero quello in cui i mancati versamenti corrisponderebbero a due mensilità. Qualora ci fosse recidiva, il caso diventerebbe molto più pesante.
Ma come si potrebbe spegnere ogni voce, mettendo a tacere dirigenti e presidenti altrui? Il nodo resta sempre il Tribunale. La Reggina aveva chiesto di poter procedere al pagamento, trovando il rigetto da parte del giudice. La materia è assai delicata, anche in virtù della recentissima legislazione del Governo col decreto salvacalcio (la rateizzazione dei contributi in 60 rate), ma al più presto occorre trovare una soluzione: ad aprile, data auspicata per il definitivo via libera del Tribunale sul concordato, mancano ancora diverse (forse troppe) settimane. Servirebbe un accordo anticipato o, per lo meno, lo sblocco di una situazione che sta creando eccessivo rumore. Anche perchè il 16 marzo, data in cui dovranno essere saldate le pendenze Inps, si avvicina.