Prosegue il gelo tra Ciccio Cozza e la dirigenza del Locri. Alla società non è andato giù il modo in cui è maturato il risultato domenica scorsa al “Granillo”, e la sconfitta subita in rimonta brucia ancora forte. Dell’attuale momento ha parlato oggi il presidente Cesare Polifroni in conferenza stampa. «Siamo in un momento di riflessione per alcune decisioni che si andranno a ripercuotere sull’area tecnica – ha espresso il patron amaranto - Tra 24-48 ore sapremo darvi aggiornamenti. Ma questo non è importante. L’importante è che i tifosi stiano vicini alla squadra. Senza l’apporto del pubblico non si va da nessuna parte. Con 200 paganti non si va lontano. Siamo in serie D non in Prima Categoria».

Quindi ancora un passaggio sulla sconfitta contro la Reggina. «Domenica ho visto un grande Locri – ha detto Polifroni - la squadra che mi appartiene, siamo troppo forti e temuti da tutti. Prestazione ottima fino al ’70, poi servivano forze fresche che non sono state inserite in campo. Così si è persa una partita vinta. E non è stata una bella cosa per nessuno».

Intanto oggi l’allenamento (a porte chiuse) è stato diretto dall’allenatore in seconda Gigi Caridi. «Cozza assente? Era qui e ha parlato con il vice presidente – ha proseguito - stanno gestendo loro alcune situazioni, nelle prossime ore sapremo. La Polizia allo stadio? Nessuna denuncia – ha precisato Polifroni - probabilmente dalla Questura hanno percepito aria calda per gli eventi di domenica e hanno deciso di mettere lo stadio al riparo da problemi che potevano recare danno alla squadra. Locri non è Beirut, siamo persone perbene».

Polifroni ha anche annunciato di aver ricevuto delle multe riconducibili a precedenti gestioni, una di 15 mila euro da parte della Lega nazionale, un’altra di 9 mila euro da un’agenzia per alcuni viaggi non pagati. «Questa società ha cambiato il modo di fare calcio a Locri – ha concluso il presidente amaranto - Non è un progetto nato per fare 17 punti a metà campionato. Senza di me il Locri non sarebbe esistito. Dobbiamo crederci tutti insieme, non possiamo essere solo noi».