Un sogno avverato per il podista metà calabrese che a 42 anni indossava per la prima volta la maglia della nazionale e gareggiava contro avversari più giovani in India: «Dedico questa prestazione alla mia famiglia, ai miei cugini e zii in Calabria che da lontano mi hanno sempre sostenuto»
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Strabiliante decimo posto assoluto per Alessio Milani ai mondiali 100 Km di corsa su strada a Bengalore, in India. Il podista, per metà calabrese (la madre è Giuseppina Scordo di Gioia Tauro), è risultato il miglior italiano in gara. Prestazione eccezionale per l'atleta della ASD Monfalcone che ha tagliato il traguardo in 6h51'29". Si trattava di un circuito impegnativo ricco di dislivelli a circa 1000 metri d’altitudine, lungo 5 Km e da ripetere venti volte.
«È una soddisfazione indescrivibile, mai e poi mai mi sarei immaginato di fare così bene – afferma ai nostri microfoni Alessio, con voce rotta dall’emozione -. La gara è stata dura. In Italia ci allenavamo con il ghiaccio, lì, invece, faceva veramente caldo con un’umidità insopportabile. Si faceva davvero fatica a respirare. Difatti, per non pagarla cara, ho impostato un ritmo cauto e costante. Giro dopo giro superavo grandi campioni e solo sul traguardo ho compreso di ritrovarmi nella top ten mondiale».
Un sogno avverato per il podista che a 42 anni per la prima volta indossava la maglia della nazionale. Gratificazione enorme anche considerando che nell’ultramaratona competeva contro avversari più giovani. Basti pensare che il vincitore del titolo mondiale è stato il giapponese Jumpei Yamaguchi che di anni ne ha solo 27. I duri allenamenti (anche 30 Km al giorno con sveglia alle 3 del mattino) hanno dato i suoi frutti.
«Sono sensazioni enormi, ti vengono in mente i sacrifici che hai fatto e che hai fatto fare alla tua famiglia – ci spiega l’atleta -. Ho dato tutto. Ho abbassato il mio record personale di tre minuti. Il prossimo anno proverò a fare ancora di più, perché sento di avere margini di miglioramento».
Alessio Milani è un sottoufficiale dell’esercito, nato e cresciuto in Friuli dove la famiglia emigrò tempo addietro, ma ha conservato con orgoglio le radici calabresi e ritorna spesso a Gioia Tauro per trovare i parenti.
«Dedico questa prestazione, che per me è come una vittoria, a mia moglie, mia figlia e a tutta la mia famiglia – dichiara Alessio -. Un ringraziamento particolare va ai miei cugini e zii in Calabria, che da lontano mi hanno sempre consigliato, supportato e dato la forza giusta».