Ieri sera il Portogallo di Cristiano Ronaldo a fatica batte la Repubblica Ceca e alla fine festeggia tre punti d’oro arrivati in rimonta (2-1). Sotto una pioggia incessante a Lipsia, ad inizio gara, tutte le attenzioni erano per CR7, il campione di Madeira è alla sesta partecipazione ad un Europeo. Ma alla fine la gara l’ha decisa un giovanissimo. Repubblica Ceca in vantaggio con Provod, pareggio portoghese grazie all’autorete di Hrnac e rete vittoria del figlio d’arte Conceicao. Insomma, anche per il Portogallo, il nuovo che avanza. Cristiano Ronaldo ha concesso poco ed è apparso nervoso tanto da arrivare a muso duro con l’arbitro italiano Marco Guida.

A proposito di arbitri e degli ufficiali di gara di Portogallo-Repubblica Ceca, ieri alla Red Bull Arena in campo c’era anche un pezzo di CalabriaMarco Guida e l’assistente Filippo Meli sono infatti scesi in campo con scarpe, taccuino e fischietto prodotti da un’azienda di Trebisacce, sullo Jonio cosentino.

I titolari sono due giovani appassionati di sport: Gianpasquale e Daniele che hanno avuto il merito di credere in qualcosa di impossibile tanto, poi, da avviare un’attività che è da riferimento, nel campo arbitrale, in tutta Europa: «La nostra attività è nata nel 2007 – spiega Gianpasquale – creiamo e produciamo fischietti, cartellini e scarpe per gli arbitri di calcio. Tra i nostri clienti abbiamo tanti arbitri di A e B ma anche europei come i due presenti al torneo continentale in Germania. Tra i nostri clienti, oltre ai nostri italiani ci sono l’olandese Danny Makkelie e lo spagnolo Gil Manzano».

«Contro Ronaldo e compagni Marco Guida aveva il nostro taccuino e le scarpe, mentre Filippo Meli le scarpe - rivela Daniele - Sono scarpe che produciamo noi a esigenza e gusti dei singoli arbitri, così come i fischietti ed i cartellini». Ad Euro 2024 anche Daniele Orsato e il suo assistente Ciro Carbone hanno portato in campo, nella gara tra Serbia ed Inghilterra, materiale dell’azienda dei due giovani calabresi. «La nostra è un’attività di nicchia – continua Gianpasquale – che mano mano ci riserva grandi soddisfazioni. Forse il messaggio che viene fuori è questo – continua il giovane – Se in Calabria si ci ingegna e si ha il coraggio di sognare non è detto che non si riesca, poi, a restare in questa regione e lavorare bene».

«Io e mio fratello – chiosa Daniele – non volevamo abbandonare la nostra terra dopo gli studi, ed allora ci siamo ingegnati ed abbiamo creato qualcosa che unisse anche la nostra passione per lo sport. Ce l’abbiamo fatta e vorremmo che anche altri giovani calabresi seguissero il nostro esempio».