Una pioggia scrosciante, intensa, durata ore e ore non ha fermato la manifestazione di protesta contro la chiusura degli impianti sportivi lametini per inagibilità. In centinaia hanno percorso il tratto dall’area mercatale del sabato fino a via Perugini dove una ristretta delegazione è stata accolta dai commissari e da una commissione dedicata all’argomento che proprio in quel momento stava analizzando la situazione.

Sette su dieci gli impianti chiusi o in cui non è ammesso il pubblico

 Strutture non agibili da tempo ma che fino ad ora avevano funzionato per una presa in carico diretta di responsabilità da parte delle amministrazioni precedenti. Ora la chiusura tout court, con scarso preavviso e seguita dopo poco da quella di due su tre dei teatri cittadini. Una mannaia per la città che a più riprese sta insorgendo chiedendo che venga rispettata la legalità, ma allo stesso tempo la città non venga privata delle poche e sane possibilità di svago e crescita disponibili.

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Dall’incontro emersi spiragli di luce

Così hanno riferito i rappresentanti delle associazioni sportive Antonio Caroleo e Massimiliano Serrao che hanno spiegato alla stampa, a conclusione dell’incontro che si è tenuto a porte chiuse, che la triade dei commissari straordinari avrebbe mostrato una maggiore apertura verso l’ipotesi di potere adottare delle soluzioni tampone per portare avanti le attività sportive.

 

Il Palasparti rimane la struttura su cui bisognerà spendere di più sia in termini economici che di lavori. Da qui il rinnovo della richiesta di individuare e mettere a disposizione altre strutture da utilizzare se non si vuole – ha detto Serrao - che nelle more dei tempi di messa a norma le associazioni sportive del territorio muoiano.

 

A sfilare anche l'ex giocatore dell'Inter Felice Natalino e l'ex sindaco Paolo Mascaro che ha affermato la sua totale contrarietà alla chiusura degli impianti.