Il direttore dell'area tecnica: «Cercheremo di fare un campionato dignitoso, e se riusciremo a lottare per i playoff agiremo di conseguenza»
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Una sorta di anno zero per l'Africo che riabbraccia il campionato di Promozione. Un club quello africhese che, per storia e tradizione, ritrova i palcoscenici che più gli competono e lo fa cavalcando l'onda dell'entusiasmo. Incessante, a tal proposito, il lavoro della dirigenza nel formare una rosa competitiva nel corso di questo calciomercato estivo grazie anche all'instancabile impegno di un profilo come Leo Criaco. Il nuovo direttore dell'area tecnica, infatti, sta mettendo ogni tassello al suo posto per partire subito bene. E sicuramente lo stesso Criaco è un valore aggiunto visto il suo curriculum calcistico, che lo ha fatto diventare un'istituzione del calcio dilettantistico calabrese.
L'entusiasmo e la passione del sindaco i punti di forza
«La squadra si sta costruendo sulle basi dell'anno scorso - esordisce lo stesso Criaco - dal momento che è stata confermata quasi tutto l'organico della passata stagione che andremo a puntellare con altri 4/5 elementi di rilievo già individuati in Bruzzaniti, capocannoniere dello scorso anno e fondamentale nella promozione dell'Ardore, Gligora che è un altro centravanti di qualità, Bruno dinamico esterno sinistro e il giovane portierino Sainato, classe 2007. Quest'anno si è formata una dirigenza nuova con tanti ragazzi che hanno voglia. Dobbiamo inoltre sfruttare la passione del nostro sindaco, dal momento che è stato uno degli artefici dell'acquisizione del titolo, e la tifoseria africese deve ringraziarlo molto, sia a livello sportivo che a livello territoriale. Insomma, sono certo che questo nuovo gruppo dirigenziale farà bene e ci darà grandi soddisfazioni».
Criaco, la vittoria nel DNA
Se c'è uno che sa come si vince quello è proprio Leo Criaco, ed è lui il vero top acquisto dell'Africo. Quattordici promozioni in carriera, iniziando con la maglia della Nissa nella stagione 1994/95, in seguito otto promozioni consecutive dal 2000 al 2008 e poi Africo nel 2015 e San Luca nel 2019. A tal proposito la domanda viene spontanea. Quanto è difficile vincere?: «Ci tengo innanzitutto a dire che punteremo a fare un campionato dignitoso senza l'obbligo di dover vincere, poi se nel mezzo della corsa vediamo che possiamo arrivare ai playoff agiremo di conseguenza, comunque sia senza programmare con la fretta. Quest'anno siamo partiti un po' in ritardo perché non sapevamo in quale categoria giocavamo, ma posso assicurare che sarà difficile per tutti batterci. Inoltre è una squadra composta da tanti africesi e questo deve essere un motivo di vanto. Io ho vinto tanto, certo, ma non so dire se sia difficile o facile. Anche una partita di calcetto è difficile vincerla. E poi ormai c'è gente che parla di calcio senza sapere se si gioca in 11, tra presidenti e addetti ai lavori. Sicuramente vincere è difficile dal momento che ci sono giocatori che giocano da trent'anni senza aver mai portato a casa nulla, eppure sono i più forti in circolazione».
L'Africo e lo sgambetto alle favorite
Un mercato che è ancora in pieno svolgimento, con le rose in evoluzione, ma lo stesso direttore del club africese qualche idea sulle gerarchie l'ha già fatta: «Al primo posto metto la Virtus Rosarno per blasone e piazza, poi c'è Varrà e il mercato è stato importante. Poco sotto ci sono Deliese e Val Gallico ma occhio al Capo Vaticano poiché ha mantenuto gran parte della rosa dello scorso anno e può sicuramente combattere per i playoff. Bisogna poi tenere in conto una o due sorprese, senza dimenticare il fatto che l'Africo sarà un osso duro, e noi lanciamo la sfida a tutti".