VIDEO | Il bambino che tre anni fa perse una gamba a Taverna oggi è un atleta adolescente che corre con l’obiettivo di conquistare prestigiose medaglie
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«Ho un arto in meno ma ho qualcosa in più che mi distingue dagli altri: la mia voglia di vivere, la mia autoironia» Fabrizio corre nonostante tutto... lo sport è nel suo dna. A soli 12 anni perde una gamba, tranciata da un’auto che lo travolge mentre cammina sul marciapiede, al rientro dai suoi allenamenti di calcio. «Vedere mio figlio lì per terra…un dolore che non auguro a nessuno» ci racconta commosso papà Salvatore. Fabrizio è il più piccolo di casa, eppure la sua reazione durante la riabilitazione sorprende tutta la famiglia: «non ci ha mai fatto pesare la sua condizione. Era lui a darci forza quando ci vedeva giù di morale».
Prima di ritornare a Taverna, il suo paese, deve affrontare una lunga riabilitazione in Sicilia ma non si perde d’animo: vuole presto tornare a fare attività fisica. E per questo gli serve una costosa protesi sportiva (sui cinque mila euro circa), che il sistema sanitario nazionale non gli garantisce. «Come fai a dire ad un ragazzino disabile che lo sport ce l’ha dentro che non può più correre? Le protesi sportive non sono un lusso: dovrebbero essere accessibili a tutti, come le scarpe da calcetto.» ci dice Dina, la sorella di Fabrizio, al suo fianco durante tutto il periodo di convalescenza.
Ma Fabrizio supera anche quest’ostacolo. Nel centro specializzato di Enna conquista tutti: il suo protesista Rosario Gagliano, la campionessa paraolimpica Giusy Versace che gli mostra dal vivo come tornare ad allenarsi, persino un’azienda leader nella fabbricazione di protesi che lo sceglie come testimonial offrendogli gratuitamente il suo supporto. «La mia vittoria più grande è stata riprendere la mia quotidianità. Dopo tre mesi dall’incidente ero già in piedi grazie alla mia prima protesi. Poi, il mese successivo, ho provato a correre con una nuova protesi sportiva ed è andata bene».
Fabrizio oggi ha 15 anni, si dedica all’atletica e corre su pista a Catanzaro. Lo attendono duri allenamenti e tanta determinazione per affrontare le prossime sfide. Ha un obiettivo ambizioso: vincere le paraolimpiadi. Nel frattempo, giorno per giorno, si gode la sua rinascita: «Vivo la mia disabilità come un dono. Nella sfortuna mi sento fortunato perché la mia vita di adesso mi piace di più di quella di prima».