Il difensore: «Vi spiego come ho scelto Reggio Calabria, ancora non mi do pace per l’errore col Frosinone»
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
Michele Camporese è stato uno dei tanti colpi importanti del mercato della Reggina. Dopo un semestre da sogno a Cosenza, il difensore cresciuto nella Fiorentina - con cui esordì in Serie A lanciato dal compianto Sinisa Mihajlovic - è sbarcato in riva allo Stretto. Dodici presenze, fin qui, per lui, che insieme a Cionek e Gagliolo forma un pacchetto difensivo di grande affidabilità. Il 30enne nativo di Pisa si è raccontato ai microfoni de ilReggino, analizzando a 360° la sua avventura in amaranto e l’intera carriera.
Michele, come stai?
«Bene, dai. Ci stiamo allenando al meglio in vista di Ascoli. Siamo carichi»
Anche un punto ad Ascoli vi basterebbe per chiudere il 2022 in zona promozione.
«Li affronteremo come abbiamo affrontato tutte le altre. Abbiamo il nostro credo, le nostre trame. Andremo lì consapevoli che siamo una squadra importante e che stiamo meritando il secondo posto. Loro sono una buona formazione, con giocatori importanti per la categoria, sarà un match difficile».
Ti aspettavi questo grande girone di andata?
«Sicuramente stiamo andando ben oltre le previsioni che in molti avevano fatto ad inizio campionato. Da parte mia ho percepito subito la grande organizzazione societaria e la presenza di giocatori importanti…Lo si vede anche nei nostri allenamenti. Siamo un ottimo gruppo, Poi parla sempre il campo».
« Io credo che aver giocatori importanti in ogni ruolo è fondamentale. Abbiamo tutti e tre un curriculum importante, la concorrenza ci sta. Poi ci sono infortuni e squalifiche. Come fa notare giustamente il mister , avendo giocatori della stessa età e importanza, si parta già da una buona base».
L’anno scorso sei stato un difensore goleador, quest’anno la gioia personale ancora non è arrivata.
«Sai ogni anno non è uguale. L’anno scorso a Cosenza ho fatto un filotto positivo, quest’anno sono un pochino in debito. Mister Inzaghi lavora molto sulle palle inattive. Dico però una cosa: firmerei per chiudere a zero gol pur di andar su…(ride, ndr)»
In estate sembrava fatta per il tuo ritorno a Cosenza, poi è arrivata la chiamata di Pippo Inzaghi e della Reggina.
«Ho avuto un contatto col direttore Gemmi, ma ho fatto le mie scelte. Mi spostavo a titolo definitivo, ho fatto la scelta che ho ritenuto più giusta, anche per la mia famiglia. A Cosenza mi sono trovato benissimo, ma adesso sono a Reggio e sono felice della scelta».
Prima il rossoblu, adesso l’amaranto. La Calabria, per te, è entrata un po’ nel destino.
«Ho fatto tanto Sud in carriera. Mi son trovato bene dappertutto, poi è normale che uno le valutazioni le fa anche in base al centro sportivo, alla società, alla stabilità del club. Qui ho trovato un contesto molto stimolante, ero convinto che la Reggina si muovesse bene, è arrivato Inzaghi e così è stato».
Fra i tuoi allenatori c’è stato anche Sinisa Mihajlovic, fra coloro che ti lanciarono da giovane.
«È stato l’allenatore che ha realizzato il sogno di ogni bambino, giocare in Serie A. Mi ha dato continuità, questa è una cosa che mi è rimasta molto a cuore. A livello umano dicono tutti che fosse stimolante, un combattente: è la pura verità».
Da piccolo giocavi a centrocampo, poi sei passato in difesa: come mai questo cambio?
«Da piccolo piccolo (ride, ndr). Eh come mai: ero il più alto di tutti. Il primo allenamento che arrivai a Firenze mi mandarono subito dietro e così è stato anche per me e lì poi mi sono imposto. Poi nel professionismo ho sempre fatto il difensore».
Si vede che, da fuori, siete un grande gruppo. L’episodio che vi ha fatto legare?
«Credo che non ci sia un episodio in particolare. Di sicuro ci sono tanti meriti da parte del mister, che ci ha dato molta consapevolezza. C’è tanto rispetto tra di noi, basta guardarsi negli occhi per capirlo. Ho girato tanti spogliatoi, sul fatto che questo sia sano ci si può mettere la mano sul fuoco»
Come vivi la città di Reggio?
«Mi trovo molto, molto bene. Peccato solo per quell’erroraccio col Frosinone: ancora mi logoro il fegato, non me lo sarei mai aspettato da me. Mi ha un po’ condizionato a livello psicologico, ancora faccio fatica a capire cosa mi sia successo”.
C’è un detto o un modo di dire reggino che ti è rimasto più impresso?
«Ma sai, qui ho notato che è meno accentuato. Sicuramente si aprono meno le parole rispetto a Cosenza. Sinceramente, in questo momento non c’è una parola in particolare»
E un piatto tipico?
«La nduja tento a metterla un po’ ovunque a casa. Mia moglie non la mangia, ma io dove posso metterla la metto»
Il tuo sogno nel cassetto?
«Credo che vincere un campionato sia il sogno di ogni calciatore. Mi piacerebbe vincere il campionato con la Reggina, aldilà del numero delle partite che giocherò o meno, ma al momento è prematuro pensarci»
Qundi non ci state facendo neanche un pensierino?
«Ripeto, è presto.Pensiamo al fatto che al dil à della partita col Frosinone, che ho indirizzato io con quell’errore, non c’è stata una squadra che ci ha messo sotto. Tante partite si son finite senza aver subito un tiro in porta: questo dà l’idea di una squadra che sta facendo benissimo.. Non so dove arriveremo, adesso pensiamo partita dopo partita e verso aprile ne riparleremo. Certo, mi accontenterei anche della vittoria dei playoff (ride, ndr)».
Foto di Valentina Giannettoni.