Entusiasmo a mille, i cori dei tifosi per salutarlo festanti e quattro battute dal tono informale con i giornalisti dopo l’ufficializzazione dell’acquisto della Fiorentina e il suo arrivo a Firenze. Il primo giorno di Rocco Commisso da presidente del club viola è cominciato così.

Fan del calcio italiano

«Sono un fan del calcio italiano da sempre e non ci sono parole per descrivere quanto sia incredibilmente onorato di avere l’opportunità di contribuire a scrivere il prossimo capitolo della storia di un club leggendario come la Fiorentina» - ha dichiarato il neo proprietario della squadra viola. «Firenze è conosciuta in tutto il mondo come città che rappresenta il meglio della cultura italiana. In questi tre anni di contatti per acquisire il club, ho maturato una profonda consapevolezza di quanto 'La Viola' sia importante per questa città e per i suoi tifosi.
«Vorrei ringraziare la famiglia Della Valle per aver gestito la Fiorentina negli ultimi 17 anni - ha proseguito - Diego e Andrea meritano grandi onori per aver salvato questa società dal dissesto finanziario. Lasciano delle fondamenta solide su cui costruire il club».

 

«Tra le varie offerte ricevute – hanno replicato i Della Valle -, abbiamo privilegiato non quella economicamente più vantaggiosa per noi, ma quella che riteniamo dia le maggiori garanzie di un solido ed appassionato futuro alla società Viola, considerando la conoscenza e la competenza che Rocco Commisso ha già nel mondo del calcio. Un grande “in bocca al lupo” a Rocco e a quanti lo seguiranno in questa avventura e un abbraccio forte con tanta riconoscenza a tutte le persone che hanno collaborato con noi in questi 17 anni e che hanno dato il loro meglio per la maglia Viola».

Commisso e il calcio

Il rapporto di Rocco Commisso con il calcio dura da più di 60 anni ed è iniziato sulle spiagge sabbiose e sulle strade della sua città natale, Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria. Nel 1962, a 12 anni, è emigrato negli Stati Uniti con sua madre e le sue due sorelle per ricongiungersi con il fratello e il padre che era emigrato in America nel 1956.

Commisso ha giocato nei Columbia Lions dal 1967 al 1970. È stato membro della squadra di matricole che ha terminato il campionato con un record imbattuto di vittorie e nell’ultima stagione ha giocato come co-capitano nella squadra del 1970, che per la prima volta ha portato la Columbia nei Playoff della NCAA (la National Collegiate Athletic Association). Commisso ha ricevuto per tre volte la All-Ivy League Honor ed è stato invitato alle selezioni per entrare nella squadra di calcio statunitense per le Olimpiadi del 1972. Dopo aver giocato per la Columbia University, Commisso ha giocato come semi-professionista nell’area di New York, ha allenato per 15 anni squadre di calcio giovanili ed è rimasto un collaboratore attivo dei programmi di calcio maschili e femminili della sua università di provenienza. 

La Calabria nel cuore

Infine, proprio alle sue origini calabresi prima che italiane non poteva mancare un pensiero proprio oggi. «Spero di portare orgoglio ai gioiosani», ha detto nel suo non perfetto italiano. Ai tifosi viola che lo hanno accolto cantando il tradizionale inno “Oh Fiorentina” invece una curiosa promossa: «Se riacquisto un po’ di dimestichezza vi prometto che suoneremo la fisarmonica insieme».

Commisso – Fiorentina, l’alba del nuovo sodalizio del calcio italiano è da festa!

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