Ha conquistato il titolo nella categoria 58.2 kg a Milano battendo il francese El Mestar: «La notte del mondiale è stata durissima. Lo sapevo. Ma ero pronto anche a morire pur di vincere»
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Prima campione italiano, poi campione europeo, quindi all’Allianz Cloud di Milano ha battuto il francese El Mestar, conquistando il titolo mondiale di Wako Pro, categoria 58.2 kg. Fabrizio Ruggiero è un ragazzo crotonese di 25 anni che sognava sin da piccolo di fare il pugile. E la cosa per lui, ancora adolescente, era diventata la ragione della sua vita.
Così non appena termina il liceo a Crotone, vola a Milano. E da qui inizia la sua avventura nel mondo della boxe. Da dilettante, Ruggiero vince uno dopo l’altro tutti i confronti, tutti i match di kickboxing e tutto quello che c’era da vincere.
La kickboxing è un antico sport da combattimento nato del sud-est asiatico. Molto popolare in Giappone si è poi diffusosi negli Usa e successivamente in tutto il mondo. Combina tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato. Gevorg Petrosyan è considerato una leggenda della kickboxing, il più forte di tutti i tempi. Armeno naturalizzato italiano. E Fabrizio trova in Petrosyan la sua guida, il suo maestro.
Con Fabrizio facciamo una bella chiacchierata, soprattutto per capire come si sente ora che è passata la sbornia del mondiale.
«Mi sento benissimo. È stata la serata più bella della mia vita senza ombra di dubbio. Stento ancora a crederci... ma poi guardo quella cintura nella mia vetrina e penso: è tutto vero! Sono campione del mondo!»
Davanti allo schermo, per il match mondiale c’era forse tutta la Calabria. Fabrizio è riuscito a mettere tutti insieme a sostenere questo ragazzo calabrese che in uno sport duro e difficile è arrivato sul tetto del mondo. Il presidente Occhiuto è perfino volato a Milano nella sera del mondiale.
«Tutto questo mi rende orgoglioso. Ho sempre realizzato di avere un gran seguito nella mia città, ma questa volta vedere tutta la Calabria unita per me mi ha dato una marcia in più. È stata una grande responsabilità, devo ammetterlo. Ma riuscire a portare la mia amata terra così in alto mi ha fatto sentire l'uomo più fortunato del mondo».
Primo e secondo round ci hanno fatto tremare. In quel momento abbiamo tutti temuto che potesse finire male. L’avversario sembrava più forte e deciso.
«Paradossalmente questo è stato il match dove ero più cosciente e lucido sul ring. In tutte le riprese riuscivo a ragionare e capire cosa stesse accadendo. Le prime due riprese sono state veramente dure, non riuscivo a trovare la strategia giusta. Inoltre nel secondo round ho subito anche un conteggio. Ma è stato proprio in quel momento, quando ero al tappeto, che mi sono ripetuto che dovevo rialzarmi e fare molto di più se volevo portare il titolo mondiale a casa. Sono stati proprio quei momenti di "paura" che mi hanno spinto ad andare oltre ai miei limiti!»
Così in quel momento Fabrizio ha tirato fuori tutta la forza, l’astuzia e la determinazione. Ed è cambiato il destino del match.
«Ho la fortuna di avere un team fuori dal comune. Al mio angolo, finito il secondo round, abbiamo deciso completamente di cambiare strategia. Non è semplice riuscire a ribaltare un risultato così drastico. Siamo riusciti a mantenere la lucidità. A studiare un piano per poter iniziare a fare il nostro gioco. Mi piace paragonare il match come un gioco a scacchi: siamo riusciti a trovare il punto debole del nostro avversario e lavorare in quella direzione. Inoltre il mio sogno era troppo grande per essere "spento" così velocemente. Più i round passavano e più il fuoco che ardeva dentro di me aumentava. Fisicamente ero forte, data la preparazione fisica che avevo affrontato nei mesi prima, ma mentalmente non ero mai stato così bene. Dovevo vincere e lo avrei fatto a qualunque costo».
E il 5º round, l’ultimo, quello fondamentale. Fabrizio si è scatenato. È stato incredibile. Potente come non mai…
«Il 5º round è stato il culmine di mesi e mesi di fight camp, di rinunce, di sacrifici, di allenamenti. È nel 5º round che bisogna dare il massimo. Dopo i quattro round di fuoco, il 5º avrebbe decretato il vincitore. Lo sapevo. Ero pronto anche a morire pur di vincere!»
Fabrizio Ruggiero rientrerà nella sua Crotone. Lo aspettano tutti.
«A Crotone rientrerò presto, non so quando con certezza, ma è questione di settimane. Voglio festeggiare con la mia città questo bellissimo traguardo. Per i progetti futuri non posso rivelare nulla. Comunque ora voglio solo godermi questa magnifica vittoria e non pensare ad altro».
Un saluto doveroso alla Calabria che è stata in ansia per te.
«Voglio ringraziare tutte le persone per avermi sostenuto».