Il dirigente rossoblù è intervenuto durante la trasmissione calcistica di LaC "11 in Campo": «Quello attuale è un disegno che abbiamo fatto insieme al presidente Guarascio. L'intenzione era quella di costruire una rosa con specifiche caratteristiche»
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Nella scorsa giornata di campionato - la numero sei - è arrivata una sconfitta di misura per il Cosenza che allo stadio Marulla, davanti ai propri tifosi, ha ceduto per 0-1 al Sassuolo in un match in cui i Lupi, quantomeno, non meritavano di perdere, consapevoli di aver fatto una buona prestazione e fermati anche dalla sfortuna (il palo colpito da Mazzocchi).
A parlare del match, in esclusiva su LaC Tv, è stato il direttore sportivo rossoblù Gennaro Delvecchio, ospite a "11 in campo", il programma sportivo del network LaC condotto da Maurizio Insardà.
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«Sapevamo che era una gara difficilissima - ha detto il ds dei Lupi -. Avevo un po' di timore ma devo dire che, sotto l'aspetto della prestazione e del carattere, posso ritenermi soddisfatto anche perché, per battere il Sassuolo, dovevamo essere praticamente perfetti. Purtroppo abbiamo subito l'ennesima ripartenza dove non siamo stati proprio straordinari. Dispiace per il palo di Mazzocchi, ma vuol dire che dovremo essere ancora più perfetti in futuro altrimenti diventa difficile portare punti a casa».
Ora però bisogna chiudere il capitolo Sassuolo e pensare al Bari: «Questa sconfitta potrebbe aver smorzato l'entusiasmo - dice Delvecchio -, ma dobbiamo archiviare e pensare alla prossima contro il Bari che è una squadra costruita bene e che non ha nessuna intenzione di fare il campionato scorso. Dovremo soprattutto cambiare atteggiamento, altrimenti rischiamo di non portare punti a casa. Sono sicuro che ci faremo rispettare».
Il ds parla poi del suo arrivo a Cosenza, nel corso di questa estate: «Quello attuale è un disegno che abbiamo fatto insieme al presidente Guarascio. L'intenzione era quella di costruire una rosa con specifiche caratteristiche e dunque, soprattutto sulla scelta dell'allenatore, non potevamo sbagliare». Ecco allora la scelta di affidare la panchina a Massimiliano Alvini: «È una persona con grandi valori e non sono parole di circostanza ma lo dico con sincerità. Io non lo conoscevo personalmente, prima della riunione fatta a Milano. Da lì ho percepito subito la sua voglia di venire al Sud e di cercare una piazza calda e con una tifoseria importante. Tutto questo mi ha portato a scegliere Massimo Alvini. Possiamo fare un campionato con buone aspettative».
Nel corso della puntata si è parlato anche di giovani: «Per quanto riguarda Riccardo Ciervo, deve lasciarsi alle spalle l'etichetta di poter essere un gran giocatore e continuare a lavorare perché ha sicuramente un grande potenziale e lo sta dimostrando partita dopo partita. Da quando è arrivato in questo mercato estivo, inoltre, ha subito capito che non può sprecare tempo». Su Mohamed Sankoh: «Lui è un giocatore che ha velocità e profondità. A Palermo ha giocato dal primo minuto ed è un giocatore che può fare a sportellate, ma non un profilo che può giocare tra le linee. È un ragazzo che comunque lavora sodo e rimane anche dopo gli allenamenti». E ancora: «Altri nostri giovani validi sono Dalle Mura che, secondo me, contro la Cremonese è stato il migliore in campo. C'è anche Florenzi che quest'anno dovrà consacrarsi»