La voce del calcio italiano di Radio Rai rivive ricordi e ansie legate a un match speciale e sceglie i (suoi) giocatori simbolo: «Bergamini per i Lupi e Palanca per le Aquile»
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Il giornalista Radio Rai Francesco Repice
Mancano poche ore ormai al Derby di Calabria che andrà in scena al San Vito-Marulla tra Cosenza e Catanzaro previsto per le 15 del giorno di Santo Stefano. Una gara che catalizzerà l’attenzione di un’intera regione, nonostante il giorno di festa. Tra questi ci sarà il giornalista Rai Francesco Repice, la “voce del calcio italiano”. Calabrese di Tropea, nato a Cosenza, si trasferisce a Roma in giovane età e studia al Liceo Classico Statale Giulio Cesare. Dal 1997 in Rai continua a seguire le sorti delle squadre calabresi.
France’, cosa fai a Santo Stefano?
«Eh (ride) lavorerò la mattina, e poi mi chiuderò in casa, semplicemente».
Il derby arriva in due momenti diversi per le due squadre. Quanto conta in queste partite…
«Guarda, io vorrei che non contasse in queste partite, cioè vorrei che il risultato di un derby non fosse l’apripista di una stagione disastrosa, ma anche fantastica. Questo è quello che io spero sempre vorrei non dargli quell’importanza che però anch’io tendo a dargli».
Guarascio e Noto, due imprenditori calabresi che hanno deciso di investire nel calcio. Da un punto di vista privilegiato cosa ne pensi?
«Penso che sia molto difficile per entrambi continuare alla guida di queste squadre, ma molto difficile perché obiettivamente è difficile da noi fare determinate imprese o condurre determinate imprese. Io auguro veramente lunga vita a entrambi perché se non altro stanno facendo rimanere queste due squadre, questi due club, queste due città, almeno in serie B, anche se mi auguro e auspico la spinta definitiva»
Chi può essere decisivo tra le due formazioni?
«Esattamente quello che non ti aspetti, il giocatore che non ti aspetti mai è sempre decisivo in queste sfide»
Nella storia delle due compagini secondo te chi sono i giocatori "simbolo"?
«Dico Palanca sicuramente del Catanzaro, ma poi voglio che il simbolo per sempre del Cosenza sia Donato Bergamini, sia l’uomo simbolo Denis per sempre dei nostri colori rossoblù».
Una vita legata al calcio la tua, hai ricordi su derby del passato?
«Sempre ricordi di ansia, ricordi di grandissima ansia, ricordi di giornate passate, di nottate passate in bianco e non ho bei ricordi purtroppo. Ecco, io dovrei non dare importanza a questa partita ma poi in realtà mi rendo conto che essendo tifoso le do una grande importanza, perché purtroppo io passo dalle notti d’inferno, quando c’è il derby a Cosenza, il derby di Buenos Aires e per il derby di Roma poi proprio sto malissimo».
Secondo te, senza passare per un inguaribile sognatore, ci sarà mai la possibilità di vedere il derby di Calabria nella massima serie?
«No, io voglio smettere di sognare. Io vorrei che mi si desse la possibilità concreta un giorno di potermi mettere davanti a un microfono e dire: “Buonasera gentili ascoltatori dallo stadio San Vito-Marulla di Cosenza. Buonasera da Francesco Repice, tra pochi istanti il derby tra Cosenza e Catanzaro”, cioè questo mi piacerebbe sicuramente».