“Per il Catanzaro, con il numero 9, ha segnato: Pietroooooooo Ie-mme-llo!”. 28 volte gli speaker di stadi, radio e tv hanno urlato questa frase, 28 volte i tifosi giallorossi hanno goduto per una rete realizzata, 28 volte il bomber catanzarese si è infilato le dita nelle orecchie esultando sotto la curva Massimo Capraro e sotto i settori riservati agli ultras nei diversi stadi dove le Aquile del Sud hanno giocato durante il campionato.

Pietro Iemmello, nato a Catanzaro il 6 marzo 1991, è il “gioiello” (come viene definito anche nella canzone di Gioman e Killacat “Mamma Cinema” dedicata alla straordinaria cavalcata dei giallorossi ndr.) della formazione calabrese che ha dominato il campionato meridionale di Serie C conquistando la cadetteria con cinque giornate d’anticipo e stabilendo record su record. L’ultimo l’ha registrato proprio l’attaccante giallorosso che grazie al gol realizzato contro il Potenza domenica scorsa  ha raggiunto, appunto, quota 28, eguagliando così il primato stabilito da Deflorio con il Crotone nella stagione 1999/2000 (c’è da specificare che Deflorio ha segnato 28 gol in 34 partite, a differenza di Iemmello che li ha fatti in 38 match).

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Ripercorriamo le tappe principali della sua esperienza con il Catanzaro, dall’arrivo durante la finestra invernale di mercato lo scorso anno fino al record di gol.

Iemmello torna a casa

Il 16 gennaio del 2022, dopo un lungo vociferare, la notizia dell’accordo trovato tra le società Catanzaro e Frosinone (sua ex squadra) con il consenso del calciatore. L’indiscrezione viene “confermata” la sera stessa da Iemmello con una storia postata sui social. Nei giorni successivi si attende l’ufficialità, ma non arriva. Poi, nella serata del 20 gennaio la conferma: Pietro Iemmello è un giocatore del Catanzaro.

La carriera di Iemmello pima del Catanzaro

Pietro Iemmello lascia Catanzaro 16 anni fa. Parte alla volta di Firenze, dove - nel settore giovanile della Viola - mette le basi della sua carriera calcistica. Poi l’esordio nel calcio professionistico nel 2011 con la Pro Vercelli.

Negli anni successivi alterna stagioni in B e C con la squadra piemontese, passando per Spezia, Novara e Foggia, dove si fa notare a suon di gol. Il 10 settembre 2016 corona il sogno di una vita: debutta in Serie A con la maglia del Sassuolo. Nella massima serie racimola un bottino di 33 presenze e 7 gol, due dei quali segnati nella stagione successiva con la maglia del Benevento. Poi altri tre anni in cadetteria con Foggia, Perugia e Frosinone, con una parentesi spagnola - di sei mesi - al Las Palmas.

Iemmello al Catanzaro

Durante il girone di ritorno della scorsa stagione Iemmello segna 6 gol in 12 partite trascinando le Aquile del Sud alla semifinale di playoff contro il Padova, dove però sono costrette a capitolare.

Nel campionato 22/23, parte alla grande iscrivendosi al tabellino dei marcatori mettendo a segno la seconda rete della partita inaugurale contro il Picerno al Ceravolo terminata 4 a 0. Continua a segnare e a servire la palla decisiva ai compagni: nelle prime 13 giornate 7 gol e 3 assist. Poi nel 14esimo turno contro la Gelbison gioca la partita perfetta, arriva la prima doppietta (ne farà 7 durante il corso di tutta la stagione) e serve l’assist al compagno di reparto Biasci. I supporters giallorossi non potranno mai dimenticare la marcatura che ha aperto il derby d’andata contro il Crotone dove con un movimento fulminate sul primo palo bruciò un difensore rossoblù e gonfiò la rete. Rimarrà impressa anche nella testa degli oltre 10mila tifosi accorsi a Salerno per la partita decisiva, sempre contro la Gelbison, quella che è valsa la promozione in B, quando la sua zuccata superò la linea di porta nella partita terminata poi 2 a 0 per i giallorossi.

Statistiche totali nella stagione 2022/23: 35 presenze; 28 gol; 9 assist.  

Pietro Iemmello si è seduto sul trono calcistico del capoluogo di regione, quello che è stato occupato nella storia del club da Massimo Palanca e Giorgio Corona. Un re condottiero nelle battaglie del rettangolo di gioco, che non si è mai tirato indietro quando c’era da affrontare i “nemici” più temuti e meglio organizzati. Un re che ha indossato la corona giallorossa, quella che con molta probabilità nessuno gli potrà più togliere.