Passione e tanti sacrifici per il 36enne, innamorato della Calabria e del suo mare, che ha conquistato la medaglia d'argento con la nazionale azzurra nella competizione internazionale di Laredo in Spagna
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Andrea Fazzolari è un ragazzo di San Nicola Arcella, nato il 17 settembre 1987 da padre sannicolese e madre belga. È un pescatore in apnea agonistica, gareggia per il "Circolo subacqueo Maratea sub Andrea Scoppetta" e fa parte della Nazionale italiana. Collabora con la C4 Carbon, un'azienda del settore ed è istruttore di apnea e pesca in apnea. È innamoratissimo della Calabria e del suo mare. Ha tanta forza, coraggio e determinazione per seguire uno sport difficile e complicato. Che è da sempre la sua grande passione.
È di questi giorni l’impresa degli azzurri ai mondiali di Laredo, in Spagna, che è stata veramente straordinaria. Con 23 squadre che vi hanno partecipato, non era affatto facile questo Campionato mondiale maschile di pesca in apnea. Ma la determinazione degli azzurri ha portato la squadra alla seconda posizione nella classifica per nazioni, conquistando ben due medaglie: una d'argento e una di bronzo. Nella squadra, composta da tre partecipanti, anche un talento calabrese, Andrea Fazzolari.
Andrea è sempre stato appassionato di pesca in apnea. Uno sport certamente difficile e che richiede enormi e lunghe preparazioni. Una chiacchierata con lui ci aiuta a capire molto di questo ragazzo così forte e determinato.
«Si, penso che nel codice genetico della mia famiglia ci sia qualcosa che ci lega fortemente al mare, quindi fin da subito è stata evidente la mia vicinanza all'ambiente acquatico. Ho iniziato dapprima con qualche corso con autorespiratore, ma lo sentivo più come un limite che non come un mezzo che mi aiutasse nelle immersioni. Può sembrare strano, ma il non respirare mi ha reso libero, mi ha fatto sentire parte del mare piuttosto che immerso in mare».
La pesca in apnea, come ogni sport praticato a livello agonistico, richiede sacrificio e impegno per gran parte dell'anno se si vuole arrivare preparati agli eventi importanti.
«Sì, è uno sport nel quale la condizione fisica non basta però, è necessario un buon lavoro interiore e grande spirito di adattamento. L'ottima forma fisica aiuta tantissimo, ma finché non si studia ogni singolo campo di gara di volta in volta è impossibile fare stime sull'esito della competizione basandosi solo su quella».
Andrea Fazzolari ha iniziato il percorso agonistico un po' di anni fa, quasi per gioco.
«Partecipare alle gare regionali senza troppo impegno era una scusa per mettere la testa in acqua in qualche posto nuovo e passare qualche giorno con gli amici. Ma si sa, l'appetito vien mangiando, e piano piano ho iniziato a pensare di fare le cose sul serio, cercando di qualificarmi per il campionato italiano di seconda categoria. Mi sono preparato per farlo e ci sono riuscito in poco tempo».
Nel giro di un paio d'anni ha toccato livelli molto alti. Impensabili.
«Sono riuscito ad approdare all'assoluto italiano (la competizione che ospita i 35 atleti più forti d'Italia). Così sono riuscito a conquistare due terzi posti, uno nel Campionato Italiano a squadre nel 2021 e successivamente nel Campionato Italiano assoluto nel 2022. A seguito dell'assoluto ho ricevuto la chiamata da parte del DT della nazionale per partecipare al campionato Euroafricano in Tunisia nel 2022 e poi al Mondiale in Spagna quest'anno».
Tante squadre e tanti atleti hanno partecipato ai mondiali. Che non erano certamente facili.
“Per il mondiale maschile erano presenti 23 squadre ognuna con tre atleti titolari e sei riserve, mentre per il mondiale femminile c'erano 30 atlete titolari e relative riserve”.
Quando il mondiale capita in Mediterraneo gli italiani sono sempre tra i favoriti, ma in Atlantico il discorso è ben diverso.
«La nostra nazionale, negli anni addietro, in oceano non è mai riuscita ad arrivare oltre un quinto posto e questo la dice lunga sulle difficoltà che incontriamo in queste acque. Però, l'ottimo lavoro del DT Marco Bardi che ha creato un gruppo coeso e ben saldo ha fatto in modo che il gioco di squadra ci abbia ben ripagati con due podi individuali (Luigi Puretti secondo e il campione mondiale uscente Giacomo De Mola terzo) ed il secondo posto a squadre».
È bello sentire il racconto della prestazione che ha portato sul podio mondiale dalla viva voce di Andrea Fazzolari.
«La squadra per questo tipo di gare viene divisa in tre equipaggi, uno per ogni atleta titolare. Il mio equipaggio era formato da Luigi Puretti come titolare e Alfonso Cubicciotto ed io come sue riserve. Diversamente da quello che si può pensare, le riserve nella pesca in apnea svolgono un ruolo molto importante durante le competizioni. In pratica, due tre settimane prima della gara si è sul posto a "preparare i campi di gara».
Si macinano miglia e miglia di mare alla ricerca degli spot migliori sui quali fare affidamento durante la competizione.
«Generalmente i titolari sono quelli che si sacrificano meno per questo lavoro, perché dovendo mantenere al meglio la propria condizione fisica non possono permettersi le circa 100 immersioni che ognuna di noi riserve contava a fine di ogni giornata di perlustrazione. C'è bisogno di molta fiducia e feeling nell'equipaggio per fare un buon lavoro e devo dire che Luigi ne ha avuta davvero tanta, dando molta voce in capitolo al nostro lavoro».
Lavoro che alla fine ha dato i frutti sperati.
«Durante la gara vera e propria le riserve restano sul gommone dell'atleta titolare facendogli assistenza. Si tratta di doverlo guidare sulle zone scelte con la massima precisione, informarlo sull'andamento della gara, motivarlo e servire ogni sua esigenza. Grazie ad un lavoro impeccabile di tutti e tre, ed anche degli altri due equipaggi, siamo riusciti a salire sul podio».
Andrea sta entrando ora nella piena maturità agonistica…
«…e sono soddisfatto di quello che sono riuscito a fare fino ad ora. Soddisfatto non vuol dire però appagato, quindi voglio andare oltre. Mi piace però guardare avanti una gara per volta, la prossima dovrebbe essere l'Open di Tenerife, dove lo scorso anno sono riuscito a portarmi a casa un ottimo secondo posto indossando la maglia azzurra da titolare. Se proprio devo guardare un po' più in là non mi dispiacerebbero un titolo italiano ed un'ottima prestazione individuale ad una gara come un mondiale o un euroafricano».
Il rapporto con la Calabria è sempre forte e profondo. È una terra che si fissa nel cuore e non esce più.
«Mi è capitato di allontanarmi per studio o per lavoro dalla mia Calabria, ma alla fine di grandi giri sono sempre ritornato a casa. E l'ho fatto con la massima consapevolezza dell'amore che provo per la mia terra, il mio mare e la mia gente. Credimi, grazie allo sport ho la possibilità di portare tante persone nelle nostre e zone e, posso garantirti, che ogni volta ne restano estasiati. La bellezza dei luoghi, la semplicità nel viverli, la disponibilità ed il calore della gente vanno ben oltre le criticità che purtroppo ci perseguitano. Ma se diverse persone tornano qui in vacanza, comprano casa e ci fanno pubblicità vuol dire che di possibilità per fare bene ne abbiamo davvero tante».
Andrea è instancabile. Ha pure uno stabilimento balneare a San Nicola Arcella.
«È un'attività che, per mia fortuna, mi lascia molto tempo per lo sport, infatti in Italia le competizione si svolgono generalmente fuori dai periodi di balneazione. È un lavoro che seppur molto duro lo svolgo molto serenamente, ho dei collaboratori che capiscono in pieno le mie esigenze sportive e si scarificano per me durante le mie assenze. Grazie a questi aspetti riesco a portare avanti le due attività senza alcun problema».
I giovani e la Calabria. Un rapporto difficile. I ragazzi stanno scappando via.
«A volte andare via è la scelta più semplice, o comunque quella che si pensa possa garantire maggiori sicurezze. Mi capita però di confrontarmi con i miei coetanei e qualche volta mi vengono fatti i complimenti per il coraggio di aver investito la mia vita a casa mia, non nascondendo la voglia di tornare quando se ne avrà la possibilità. Non è il coraggio quello che serve, quanto la determinazione e la voglia di restare. Ci sarebbero migliaia di esempi di chi vive in Calabria ed ha una vita ricca di successi e soddisfazioni, non c'è bisogno di guardare troppo più in là perché spesso la soluzione più efficace è evidente e sotto gli occhi».
Tempo di finire la chiacchierata e Andrea è già pronto e con le valigie in mano. Un nuovo viaggio, un altro mare e un nuovo sogno lo attendono. E come canta Roberto Vecchioni: “Sogna, ragazzo sogna. Quando sale il vento, nelle vie del cuore, quando un uomo vive per le sue parole, o non vive più. Sogna, ragazzo sogna”.