Il piccolo Karol, affetto da una malattia genetica rara, è scomparso il 28 dicembre 2022. La madre Barbara ha deciso di continuare ad allenare altri ragazzi in condizioni simili per favorirne l'inclusione
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I primi allenamenti di boccia paralimpica si stanno svolgendo presso il Palazzetto dello sport “PalaMangione” di Gioia Tauro. È un passo in avanti verso l’inclusione delle persone con disabilità e rappresenta un sogno realizzato per la famiglia del piccolo Karol, il bimbo con disabilità, affetto da una malattia genetica rara, prematuramente scomparso il 28 dicembre 2022. La mamma Barbara era diventata tecnico paralimpico per accompagnare il figlio nelle competizioni, ed oggi con un meraviglioso atto d’amore insegna ad altri ragazzini nelle sue condizioni.
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La Storia
La mamma di Karol Barbara Sidoti, poco prima che lui venisse a mancare, scoprì che il figlio finalmente avrebbe potuto praticare uno sport: la boccia paralimpica. Si tratta di una specialità delle bocce che può essere svolta da atleti con patologie gravi. Con il sostegno del presidente Cip Calabria Antonello Scagliola e l’aiuto del delegato provinciale Antonino Canale, nell’ottobre 2022, Karol diventa atleta bocciofilo. In seguito, la mamma diventa tecnico di boccia paralimpica, con lo scopo di accompagnare il figlio nel suo percorso sportivo. La gioia per lei, il marito Valerio e l’altro figlio Jesus, è enorme. Ma dopo pochi mesi, Karol, all’improvviso, se ne andrà per sempre. Dopo la prematura scomparsa del piccolo, Barbara decide di continuare in questa attività per aiutare altri ragazzi in condizioni simili e favorirne l'inclusione. Attualmente sta anche seguendo un corso di formazione per diventare arbitro di bocce. Nasce così l’associazione di volontariato “Karol e i numeri primi”, con sede a Gioia Tauro presso la chiesa “San Francesco da Paola”, con il doppio obiettivo: fungere da supporto concreto per le famiglie con figli con disabilità, e cimentarsi a livello sportivo, in particolare nel gioco delle bocce.
Con l’affiliazione alla Federazione Italiana di bocce si realizza, difatti, la prima bocciofila di Gioia Tauro, prima associazione di boccia paralimpica in Calabria e seconda in Calabria di Petanque (altra specialità di bocce, per cui presto avverranno sedute di allenamento).
«Oggi ci stiamo impegnando a perseguire questi scopi solidali e sportivi, cercando di dare il nostro contributo ai ragazzi speciali – dichiara Barbara Sidoti -, perché per noi sono veramente speciali, unici e puri. Cerchiamo di restituire quanto Karol ci ha donato. Così come a loro non appartiene il nostro mondo, a noi non appartiene il loro, con una differenza: loro da noi imparano, noi da loro no. E mentre noi ci illudiamo di essere i loro accompagnatori, loro ci conducono su quella scala di valori, dove noi siamo terra e loro i fiori».
La disciplina
La boccia paralimpica è rivolta ad atleti in carrozzina, che vengono poi classificati in base a determinati criteri, in categorie: BC1, BC2, BC3, BC4 e BC5. Dipende se riescono a lanciare la boccia con mani o piedi, se competono in piedi, in carrozzina, con l’ausilio di un assistente o se utilizzano un dispositivo, come ad esempio una rampa, per tirare la palla. La pratica prevede un regolamento rigorosamente dettagliato. Si gioca su un terreno piano, talvolta delimitato da sponde. L’obiettivo è quello di accostarsi il più possibile con il maggior numero di bocce a un pallino di dimensioni più piccole. L'allenamento si suddivide in una fase di riscaldamento, dopodiché si sviluppano una serie di attività ludiche, come ad esempio l'utilizzo di palline colorate, di diversa consistenza, cerchi, birilli, ecc, al fine di migliorare il gesto del lancio. Infine, si fa la simulazione di partita, dove vengono spiegate e seguite le regole.