Nessun gol sul campo, ma tante reti sugli spalti. Potremmo riassumerla così la gara fra la Vigor e il Sambiase, disputatasi in un contesto raro da trovarsi anche in Serie C. L’Eccellenza sta stretta a questa piazza, ma proprio da questa gara dei Dilettanti, Vigor e Sambiase hanno confermato la propria rinascita, dopo quel progetto, rivelatosi fallimentare, di volerne cancellare la storia, le emozioni e anche i sapori di un derby.

Eccellente il contesto, straordinario il sostegno, bene anche la macchina organizzativa. Ottimo anche stavolta il servizio delle forze dell’ordine, efficace sotto tutti i punti di vista. Pure i commissari inviati della Lnd hanno dato il proprio contributo affinché tutto si svolgesse con ordine e disciplina. E lo stesso vale per gli addetti della Vigor.

Prima del via, tanti abbracci, anche perché c’erano numerosi ex e poi ci si conosce da una vita. Altro aspetto degno di nota: la direzione di gara si è rivelata più che buona. Non è stato facile, ma Marco Calabrò della sezione di Reggio, assieme agli assistenti Varacalli e Graziano ha fatto il suo, confermandosi pronto per il salto di categoria.

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Sul campo una sfida vera, intensa, con poche emozioni nel senso dei tiri in porta. Il pari va bene al Sambiase: 18 gare utili di fila e appena 8 reti subite in 25 gare confermano la forza della capolista. Vigor degno avversario dei giallorossi: ha un’altra chance per giocarsi la Serie D.

Unico neo, quel parapiglia finale che si poteva e si doveva evitare, con parole in libertà da censurare e gesti che non fanno bene, a maggior ragione di fronte a così tanto pubblico e anche dinanzi a numerosi bambini. La tensione della gara fa brutti scherzi, anche se poi nello spogliatoio tutto si è ricomposto, con chiarimenti, sorrisi, abbracci (ma c’è anche la “vicenda Djalo” relativa a presunti insulti di natura razziale, della quale ne parliamo a parte).